15 ottobre 2024
Il diavolo si nasconde nei dettagli. I comportamenti a rischio sono spesso evidenti ma sottovalutati a causa della loro manifestazione inattesa, del fatto che vengano fatti passare come elementi casuali, di poco conto.
Eppure, possono essere veri e propri segnali premonitori. Ma come? Ma dai? Ma come fai a pensare che un cliente non ti paghi solo perché ha ritardato il pagamento di una rata di pochi giorni? Poi, hai visto, tutto è tornato a posto.
Già, ma a volte sono sintomi di cambiamento nei comportamenti di pagamento, riduzione di liquidità o difficoltà del settore in cui opera il cliente.
E tu stai monitorando i segnali nascosti che indicano un rischio di credito? Stai scoprendo come piccoli dettagli possono fare una grande differenza?
Il rischio di credito: come prevenirlo, monitorarlo e gestirlo in modo efficace
14 ottobre 2024
Se ti parlo di Rischio di Credito, ti parlo di qualcosa che in questo momento, forse, non ti riguarda.
Tutto sommato perché dovresti preoccupartene adesso? In effetti non stai perdendo soldi, i tuoi clienti ti pagano, il fatturato è buono ed è anche in crescita. Concedi poco credito perché gran parte dei tuoi clienti ti paga in modo anticipato o con rilascio anticipato di titoli di credito. E per chi non paga o dà problemi, c’è poco spazio.
L’azienda è solida e finanziariamente indipendente. Il rischio di credito riguarda qualcun altro.
Quello che ti auguro è che sia sempre così per la tua azienda. E penso anche che se vuoi rimanere in questa condizione devi impegnarti, proprio adesso. Avere una situazione finanziaria stabile ed equilibrata è la tua fotografia di oggi ma l’aspetto che ti chiedo, sinceramente, di valutare non è tanto il credito che stai perdendo oggi, che è pari a zero fortunatamente, ma il rischio che in futuro qualcosa possa cambiare.
Il rischio di credito è un elemento dinamico che cambia con le condizioni di mercato e del cliente.
Per mantenere e sviluppare la crescita della tua azienda devi implementare un sistema di gestione del rischio di credito che, più semplicemente, vuol dire effettuare una revisione costante e continua dei tuoi clienti, utilizzare strumenti di garanzia interna come l’assicurazione del credito (scegli tu quale Compagnia ma stai attento al contratto). Adotta l’abitudine di controllare le performance finanziarie dei tuoi clienti. Una difficoltà finanziaria potrebbe essere casuale o sintomo di un grave e pericoloso disequilibrio. Il sistema di gestione del rischio di credito fa proprio questo, adesso, quando le cose vanno bene, quando è il momento buono per predisporre la gestione e la mitigazione del rischio di credito.
E tu stai monitorando il rischio di credito in modo continuo? Riesci ad avere più controllo e meno preoccupazioni? Pensi che una gestione integrata possa far funzionare meglio la tua azienda e prevenire situazioni antipatiche?
11 ottobre 2024
Fino a quando va tutto bene, la gestione del rischio di credito è qualcosa che interessa poco l’azienda. Se qualcosa va storto invece, allora sì, facciamo i processi e le procedure, organizziamoci, mettiamo qualcuno a controllare che tutti i clienti ci paghino, come se fosse un cane da guardia.
La cosa più sensata è agire quando tutto va ancora bene, non tanto per fare dei controlli preventivi ma per impostare una analisi del credito accurata e predisporre delle strategie di mitigazione del rischio di credito, sostenibili.
Non aspettare la fine, la difficoltà col cliente per agire. Gestisci il rischio di credito fin dalla prima fase del rapporto col cliente.
E tu come ti organizzi realmente? Ti preoccupi solo del Fatturato o ti interessa anche il lato finanziario del tuo processo di vendita, rischio incluso?
“Quel cliente è sicuramente buono. Dentro ci sono tutti i marchi, proprio quelli giusti, se non ci stiamo noi, lasciamo spazio ai nostri diretti competitors.
Lo conosco da anni, fa quel lavoro per vivere e vive bene. Fregature non ne prendi.”
E tu ti fideresti? Forse no, e sarebbe giusto. Ma di che cosa hai bisogno?
Di dati concreti e di processi strutturati per evitare che il rischio di credito diventi ingestibile. La centralizzazione e l’automazione dei processi di analisi e controllo possono fare la differenza.
Quanta parte della tua gestione del Rischio di Credito è affidata “solo” all’intuizione?
Sapresti mettere tutte le tue informazioni a “sistema”?
Ascoltare il debitore in difficoltà: questa è la soluzione
7 ottobre 2024
Quando finisce settembre devi fare un po’ i conti con il lavoro che hai svolto nell’anno. Inizia il quarto trimestre e sai che nonostante tutto, nonostante la prevenzione che hai cercato di effettuare, alcuni crediti non si riesce proprio ad incassarli. Stanno tutti sulla parte destra dello scadenzario, oltre i 120 gg di ritardo.
Ti dicono che, comunque è normale, non puoi incassare tutto il fatturato. Un minimo di perdita devi metterla in conto. Anzi sei stato bravo a rispettare i limiti prefissati a budget.
Eppure, non mi convince, così mi sono preso i crediti irrecuperabili. Tu li conosci, sono quei crediti che i revisori mettono a perdita al 50% se hanno sei mesi di anzianità o al 100% se hanno più di 12 mesi. Giusto, no? A volte è anche più facile così, ma forse non è proprio del tutto giusto.
Li ho cominciati a chiamare e vengono fuori storie che non ti aspetti, diverse da quelle che giustificano correttamente una messa a perdita definitiva.
A volte sono clienti che hanno litigato con il rappresentante perché li obbligava a fare dei quantitativi minimi che avevano senso per i loro obiettivi di provvigione ma non per il loro negozio di 40 mq neanche tanto in centro città.
Oppure sono clienti che non si sono messi d’accordo per la condizione di pagamento, perché, è vero, sono andati in ritardo nei pagamenti della pianificazione ma certe stagioni, nella moda, iniziano male e finiscono peggio. E adesso non ce la fanno a pagare tutto in anticipo.
O sono clienti semplicemente lasciati lì, come clienti commercialmente morti e non sono più stati sollecitati perché non c’erano altri ordini da spedire. E loro se ne sono approfittati.
Se li ascolti ognuno di loro ha una storia. Dietro i numeri di uno scadenzario ci sono delle persone vere, non “artificiali” come va di moda dire adesso. Dietro ogni debito scaduto e non pagato ci sono dei problemi.
Probabilmente sono problemi che non puoi risolvere ma se ascolti i tuoi clienti (o ex clienti) riesci a recuperare molto più di quanto tu possa immaginare.
Ascolta.
E tu li ascolti i tuoi clienti? Ti organizzi per sollecitare anche i debiti più vecchi di clienti che non hanno più un rapporto commerciale con la tua azienda? È un’attività che fai costantemente?
4 ottobre 2024
Qual è il momento in cui la tua azienda si preoccupa del credito? Molto spesso quando deve recuperarlo.
Ma se ha un ufficio crediti numeroso e organizzato, il credito si recupererà più facilmente? Sì, forse… Meglio se il problema fosse stato evitato. Come?
Con un sistema di prevenzione del Rischio di Credito. Valutando le capacità di pagamento dei clienti in fase contrattuale e con un monitoraggio continuo.
E tu hai già adottato un approccio strutturato alla prevenzione dei rischi di credito? Hai implementato un Sistema di Gestione del Rischio di Credito? Oppure no?
03 ottobre 2024
Quand’è che ti accorgi che un cliente è in difficoltà? Veramente, risposta onesta. Nella maggior parte dei casi quando ci sono i primi ritardi nei pagamenti o i primi insoluti. È troppo tardi? Nella maggior parte dei casi, sì.
La gestione del rischio di credito inizia molto prima, con l’analisi dei clienti, la definizione delle condizioni di pagamento e la negoziazione contrattuale.
E tu quanto stai facendo per prevenire il rischio prima che si manifesti?
Modello Funzionale, ritrovata la “comunicazione”, agisce anche nella gestione dei clienti a rischio credito.
30 settembre 2024
Eppure, c’è differenza tra il mio obiettivo e quello del commerciale. Così blocco il cliente che non ha pagato la rata. Certo loro devono fatturare ma io devo incassare e si non si spedisce al cliente moroso, io sono a posto. Ho raggiunto il mio obiettivo di mettere in sicurezza il credito, ho rispettato e applicato la credit policy, ho evitato un’esposizione maggiore e ho assicurato l’incasso per l’azienda. Nessuno mi può dire qualcosa.
Non passa neanche un’ora e l’agente mi chiama sul cellullare. “Ma che fai, mi hai bloccato il cliente? Perché non hai ancora ricevuto il bonifico della rata? Così ti sbagli e all’azienda fai perdere sia i soldi che il cliente.” Inutile rispondere che quelle sono le regole, l’agente mi dice ancora: “ah quelle sono le regole? E allora perché non ci vieni tu a vendere? Le regole qui non ci sono.”
Ovviamente dopo poco telefona il Direttore Commerciale, anche lui con la storia del fatturato e che così perdiamo strada perché quello che ho bloccato è un cliente molto importante sulla piazza che, se perdiamo, aprirà un’autostrada alla concorrenza.
Ma il mio obiettivo è incassare, se vendono a clienti che non pagano, il problema non è il mio.
Questo può accadere in un “modello organizzativo per funzioni”. Da un lato ci sono ovviamente lati positivi come la specializzazione di tutti coloro che avendo competenze e conoscenze comuni lavoreranno nello stesso reparto e si specializzeranno condividendo informazioni tecniche (Corporative Learning).
La catena di comando è gerarchizzata con responsabilità progressive decrescenti e la crescita professionale è naturale e connessa alla forte concentrazione di conoscenze e capacità umane con un know-how approfondito.
Ma il problema iniziale resta. Può succedere, abbastanza spesso, che reparti ed uffici si orientino a raggiungimento dei propri obiettivi particolari di funzione che non sempre coincidono con le finalità del sistema azienda. Cioè, si formano i compartimenti stagni.
In sostanza si creano delle barriere al passaggio e alla condivisione delle informazioni e questo impedisce di avere una visione complessiva della realtà in cui si opera.
In questi modelli organizzativi, in realtà, occorre favorire stabilmente il lavoro di gruppo. Lo dico perché nella gestione migliore delle funzioni la comunicazione deve essere assicurata. Ci sono degli strumenti che devono trovare la loro piena collocazione. Come:
· Creare comitati che riuniscano più organi per affrontare, periodicamente, problematiche interfunzionali.
· Posizioni di collegamento per favorire la comunicazione tra differenti unità organizzative
· Task force costituite per affrontare e risolvere, in modo interfunzionale, problematiche temporanee
Ovviamente le soluzioni applicabili sono diverse ma la comunicazione è la cosa più importante per evitare che il modello organizzativo per funzionare, non faccia funzionare l’azienda anche nella gestione di un singolo cliente.
E a te è mai capitato di vivere questa problematica? Come l’hai affrontata? L’hai risolta o ci convivi ancora?
27 settembre 2024
Il cliente è bloccato. È in ritardo nei pagamenti però è uno di quelli storici. Lo chiamo, mi dice che è in difficoltà sulla scadenza di settembre e vuole una dilazione. Non è la prima volta che me la chiede, questa stagione.
Io ho un suo titolo di credito e gli dico che questa volta non lo posso aiutare e che dovrò incassarlo.
Ma io ho bisogno solo di dieci giorni, mi dice. Due week end di vendite e lo pago. Se lo incassi adesso, non ci sono soldi sul conto e ti tornerà impagato.
Sono ad un bivio. Probabilmente lui è in difficoltà e se incasso il titolo non potrà pagarlo. Oppure sta mentendo, i soldi ce li ha ma non per me, non per ora.
È difficile ma alla fine decido di dargli la dilazione, mal che vada perdo solo dieci giorni. Se il titolo andasse impagato, sarebbe un’altra storia.
E tu che ne pensi? Cosa avresti fatto? Ti è mai capitato un cliente che non sai se è sincero o se ci sta provando?
26 settembre 2024
La Composizione Negoziata della Crisi, semplificando, potrebbe essere vista come una proposta di saldo e stralcio del debitore, che tenta di soddisfare i creditori e garantire la continuità aziendale, protetta dalla tutela dei beni materiali dell’azienda (art. 18 CCII). Così facendo, l’impresa si libera di una parte significativa dei propri debiti e continua la propria attività.
Ma come si inseriscono in questo scenario le assicurazioni sul credito? La loro priorità sarà probabilmente quella di minimizzare il proprio intervento di indennizzo, cercando che la proposta di soddisfacimento dei creditori sia la più alta possibile. Tuttavia, cosa accade se, dopo i 120 o 240 giorni di sospensione delle azioni esecutive, il debitore finisce comunque in liquidazione giudiziale? Le assicurazioni, in questi casi, si troveranno a dover coprire una parte del credito non pagata. Ma quali saranno i tempi per l’indennizzo? E come evitare che si prolunghino ulteriormente?
Il rischio è che le tempistiche si allunghino a dismisura, soprattutto in caso di liquidazione giudiziale.
Dunque, come possono le assicurazioni del credito perimetrare il proprio intervento e garantire tempi certi agli assicurati? E, infine, questo sistema di saldo e stralcio rappresenta davvero una soluzione o potrebbe rivelarsi un boomerang?
E tu che ne pensi?
Bisogna controllare sempre… (il Monitoraggio)
23 settembre 2024
Il cliente l’avevo sentito la settimana scorsa, avevamo stabilito un piano di pagamento e ieri doveva arrivare il primo bonifico, ma niente. Oggi neanche.
Eppure, ne avevamo parlato apertamente, mi dice che i suoi problemi erano relativi alla scarsa liquidità, alle vendite che non vanno, al caldo eccessivo che però è arrivato solo con l’inizio dei saldi, prima niente. La stagione estiva non ha performato, come si dice. Se non vendi ad aprile, maggio e giugno è un problema, un grosso problema perché, quando vendi con i saldi di fine stagione, cioè dal primo luglio, che tanto fine stagione non è, non fai più i margini. Tra affitto, utenze, personale, tasse e contributi, non ti rimane molto in tasca e pagare i fornitori puntualmente può diventare un problema, appunto.
Allora che fai? Mi dice. Paghi prima i fornitori che ti danno la merce che esce meglio dal negozio e poi via via gli altri. Ma qualcuno rimane indietro.
Io tutto questo discorso lo avevo capito bene e anche per le esigenze del Commerciale di mantenere buoni rapporti con quel cliente che è sempre quello più strategico, troviamo un accordo. Stabiliamo una cifra “giusta” per lui e accettabile per me. Un buon compromesso per rientrare del credito e un impegno sostenibile per lui. Ma non va. Il primo bonifico non arriva.
Allora devo richiamarlo ma niente, non mi risponde. Riprovo un’altra volta e poi ancora. Oltre che sul cellulare provo anche in negozio ma la commessa mi dice che oggi il titolare non c’è e che forse è meglio riprovare domani. Un muro di gomma.
Provo a chiamare il rappresentante e lo aggiorno. Anche lui è sorpreso, proverà a chiamarlo direttamente dato che in fondo hanno una buona amicizia, si conoscono da molto tempo.
Passano dei giorni poi finalmente riesco di nuovo a parlare con il cliente. È dispiaciutissimo ma ha dovuto pagare una scadenza fiscale importante e ora non ha la liquidità sufficiente per fare il bonifico che mi aveva promesso.
Troviamo un nuovo accordo, dimezziamo l’importo della prima rata, farà un bonifico subito e il saldo lo spostiamo in coda alla pianificazione già concordata. Forse grazie anche all’aiuto del rappresentante, questa volta funziona.
Bisogna controllare sempre. Anche raggiungere un accordo, non vuol dire che poi venga rispettato e cercare di ritornare in carreggiata non è facile.
A volte ci si riesce ma non è sempre così, anche quando sembrava tutto fatto.
E a te è mai capitato?
20/09/2024
Le emozioni possono distrarre, danneggiare un rapporto, ritorcersi contro chi le prova. Ma si può negoziare senza provare emozioni?
È possibile usare le emozioni
all'interno di un negoziato?
Se le posizioni sono divergenti, riesci a
trovare delle emozioni positive per avere successo in un negoziato?
19/09/2024
Se chiediamo un finanziamento o facciamo da garanti ebbene sì, siamo segnalati nella Centrale Rischi.
Se siamo stati regolari possiamo ottenere migliori condizioni per un nuovo finanziamento. Se non lo siamo stati, il nostro debito viene segnalato a sofferenza. Da chi? Dagli Intermediari, cioè da banche e società finanziarie, che in quest’ultimo caso devono però preavvisare il cliente prima di effettuare la segnalazione “a sofferenza”.
E tu lo sapevi? Da un finanziamento per qualsiasi attività di investimento dipende la nostra storia creditizia, tu ci stai attento? La nostra reputazione creditizia può essere opportunità e rischio, tu la gestisci?
Piano di rientro (tutti i segreti)
16 settembre 2024
Quando un tuo cliente non ti paga, che fai?
La prima cosa che andrei a vedere, se fossi al posto tuo, è quello che è stato già fatto. Hai già provato a sollecitarlo? Lo hai chiamato, ci hai parlato, hai provato a trovare una soluzione?
Già, soluzioni, ma se il cliente non mi ha pagato è lui dalla parte del torto e l’unica soluzione è che adesso mi pachi, visto tutto il tempo che è passato dalla scadenza del credito, mi dirai.
Certo, è così ma se il debitore non ti ha pagato, forse è in difficoltà finanziaria. Non vuole avere ragione anche lui, ma ha bisogno di più tempo per pagarti.
Il segreto di un buon piano di rientro è il Tempo.
Il tempo che è passato dalla scadenza del tuo credito, il tempo che hai utilizzato per sollecitarlo (attività mai piacevole), il tempo che hai usato per trovare il modo di accordarti.
Il tempo costa, ti cambia la tua pianificazione finanziaria, ti viene voglia di mandare tutto all’avvocato e fargli vedere i sorci verdi, ma anche questa attività richiede tempo e non è gratis.
Ecco allora che c’è un’altra strada.
Ascolti il tuo cliente e capisci il motivo per cui non è stato puntuale nel pagamento. Puoi accorgerti se è sincero nelle difficoltà che ha avuto o se è un truffatore. Nel caso in cui sia sincero, si può trovare un compromesso, una pianificazione che dia a lui altro tempo e a te la certezza di essere pagato.
Ma non è sempre facile trovare questo accordo perché c’è tensione, nervosismo e allora ecco l’altro segreto per trovare un buon piano di rientro.
Una volta accertata la reale causa del mancato pagamento, usare una buona quantità di gentilezza. Servirà a ridurre il Tempo.
I tre segreti sono, Tempo, Ascolto e Gentilezza.
E tu che ne pensi? Sei pronto ad usare questi tre segreti? Ti potrebbero aituare?
12 settembre 2024
Chi è responsabile del credito concesso al cliente che poi non ha pagato? Istintivamente direi il Credit Manager. E tu che ne pensi?
Oppure c’entra anche il Responsabile delle Vendite che ha scelto e selezionato quel cliente per fare sviluppo commerciale? Dopo tutto anche lui ha interesse alla crescita economica dell’azienda facendo aumentare il fatturato, giusto?
E il CFO? Lui guarda all’equilibrio finanziario ed economico, le entrate devono sempre arrivare prima delle uscite e devono essere in grado di coprirle così come i ricavi devono essere superiori ai costi. Anche lui spinge perché si venda (fatturato) e si incassi (liquidità), quindi una fetta di responsabilità gliela potresti dare, che ne dici?
E anche la Fatturazione, l’Ufficio IT, il Customer Service, l’Ufficio Marketing, secondo me, qualcosa hanno fatto affinché quel cliente, proprio quel cliente che alla fine non ha pagato, decidesse di acquistare prodotti dalla nostra azienda. Ma nessuno si aspettava che non pagasse.
Di chi è la colpa? Chi non se ne è accorto per tempo? Si poteva immaginare? C’erano dei segnali rivelatori che sono stati trascurati? E quanti altri casi potrebbero scoppiare all’improvviso?
Tu che dici?
Perché NON fare una Polizza Crediti
09 settembre 2024
Ma sai quanto costa una polizza di assicurazione del credito? Supponiamo un costo basso, potrebbe essere lo 0,2% del fatturato annuo assicurabile.
Cioè, se hai un’azienda che fattura 10.000.000,00 di euro, il premio annuo sarebbe di 20.000,00 euro. Con una franchigia, supponiamo del 15%.
Cioè, supponendo un massimo indennizzo di 30 volte il premio pagato (nel nostro esempio 600.000,00 euro), se un cliente non ti pagasse un credito di 100.000,00 ti verrebbe rimborsato un importo di 85.000,00 euro.
Quindi, 20.000,00 euro di premio pagato più 15.000,00 euro di franchigia, in tasca ti rimangono netti 50.000,00 euro.
Se invece tutti i clienti ti pagassero il tuo credito, avresti un costo di 20.000,00 euro.
E poi ci sono anche altri elementi da tenere in considerazione. Potresti non aver mai avuto grossi problemi di insolvenza.
Conosci bene i tuoi clienti e li puoi monitorare da solo. Hai un buon controllo della loro situazione finanziaria.
Hai un rapporto diretto con i tuoi clienti e non vuoi interventi esterni. Se avessi una polizza crediti rischieresti di abbassare il livello di attenzione nella selezione dei clienti.
E poi il mercato in cui operi è stabile e non senti la necessità di assicurarti e se un cliente non dovesse pagarti, preferiresti gestire il recupero crediti internamente.
Se i tuoi clienti sapessero che li hai assicurati, potrebbero pensare che non ti fidi di loro.
E che cosa diciamo in merito alla complessità per la sottoscrizione e la gestione di una polizza?
Certo un assicuratore ti direbbe, guarda che per il cliente che non ti ha pagato 100.000,00 euro in realtà ti viene rimborsata una cifra di 85.000,00 euro che ti permette di ridurre l’impatto della perdita su crediti. Il premio annuo peraltro riguarda tutto il fatturato assicurabile, non solo quella singola perdita che hai avuto. Quindi al livello finanziario hai contenuto una perdita che da sola era più alta del premio pagato.
E sarebbe tutto vero. In realtà l’assicurazione del credito non è un costo che tu stai sostenendo a fronte di una perdita su crediti che non si è ancora verificata e potrebbe non verificarsi affatto. Non è una scommessa su un evento futuro.
Parlo di Gestione del Rischio di Credito. L’assicurazione del credito ti permette di avere servizi di monitoraggio, analisi del rischio, informazioni aggiornate sulla solvibilità dei clienti dando all’azienda un vantaggio competitivo e migliorando la gestione complessiva del rischio.
Avere l'accesso a informazioni tempestive sui clienti ti aiuta a prendere decisioni commerciali più informate, riducendo i rischi prima che si materializzino. Di fatto, è uno strumento di business intelligence.
Potrei dirti anche che Il futuro è incerto, ma puoi essere preparato. Cioè, quando tutto sembra andare bene, un cambiamento improvviso, come una crisi economica o problemi finanziari inaspettati di un cliente chiave, può avere un impatto devastante. Con una polizza, l’incertezza diventa gestibile.
In sostanza, è una consulenza integrata sulla gestione dei rischi aziendali, includere cioè, la polizza crediti come parte essenziale per coprire il rischio finanziario.
Questo è un elemento importante del Sistema di Gestione del Rischio di Credito che può essere fondamentale per lo sviluppo del tuo fatturato e della continuità aziendale.
Sei d’accordo? Pensi che, comunque alla fine la polizza crediti sia inutile? O credi che invece si dovrebbero assicurare solo i clienti a rischio di credito? Eppure, sui clienti non assicurabili potresti avere comunque il supporto informativo dell’agenzia di assicurazioni, potrebbe esserti utile, che ne pensi?
Vorrei darti una risposta precisa, ma ci sono tante caratteristiche che non è possibile dare una risposta certa e definitiva. Provo allora a farti delle domande che magari sono più interessanti e utili delle risposte. Cioè, una domanda stimola riflessioni e valutazioni che sono più vicine alla tua realtà. Te ne faccio cinque e ti invito a farne cinque anche tu:
1. È possibile identificare i clienti a rischio di credito?
2. Quali sono gli elementi che li caratterizzano?
3. Un cliente che ha sempre pagato può diventare a rischio di credito?
4. Un singolo ritardo nei pagamenti è un segnale d’allarme?
5. Un mancato pagamento è sempre causato da problemi finanziari?
Prova a rispondere secondo la tua esperienza e prova a fare cinque domande anche tu. Sono certo che c’è un modo per identificare i clienti a rischio di credito. Tu che ne pensi?
Caso di studio. La condizione di pagamento: cambiarla può salvare il Credito?
02 settembre 2024
Un cliente è a rischio di mancato pagamento? Cambio la condizione di pagamento. Se fino a ieri pagava con le Ri.Ba. oggi gli chiedo dei titoli di credito. Se il cliente non dovesse pagare, avrò già dei titoli esecutivi e potrò recuperare il mio credito o comunque il cliente sarà meno portato ad essere moroso o insolvente.
Ma perché il cliente non ha pagato? Quando un cliente non paga, potrebbe avere una cattiva pianificazione finanziaria. Ma aprire e gestire un negozio di abbigliamento oggi significa navigare in un mare di incertezze: dalle fluttuazioni stagionali, ai cambiamenti climatici, passando per la contrazione dei consumi e l’impatto, spesso destabilizzante, del commercio online.
La gestione del credito aziendale richiede strumenti efficaci per prevenire perdite su crediti. Cambiare la condizione di pagamento aiuta? Ci permette di evitare il peggio? Non sempre.
Ricordo il caso di un cliente qualche anno fa, cliente storico servito da due generazioni, prima i genitori ora i due figli, sempre regolare, punto di riferimento commerciale strategico. Insomma, un “intoccabile” per l’azienda fornitrice.
Ad un certo punto uno dei due fratelli decide che non vuole prendersi le responsabilità di amministratore perché le decisioni importanti le prende l’altro fratello e lui le deve sempre e solo approvare.
Decidono di nominare la madre (settantacinquenne) come amministratrice, dicendo che sarà lei a riportare l’equilibrio tra i figli. Tutto sembra essere tornato nella normalità ma per prudenza chiedo una pianificazione con titoli di credito.
La società con il nuovo Amministratore Delegato rilascia la pianificazione di pagamento, la dilazione è concordata, gli importi delle rate sono in linea con la prassi aziendale.
Di quei titoli però non riusciamo ad incassarne neanche uno. Tornano tutti impagati. Il cliente diventa insolvente. Non ha beni di proprietà così come neanche la mamma amministratrice delegata. Il cliente storico e il mio credito svaniscono come sabbia tra le dita. È una perdita su crediti completa.
Probabilmente la vicenda si è formata in modo subdolo, strada facendo ma la storicità del cliente, i rapporti che aveva con l’azienda, la conoscenza personale e professionale che si era sviluppata nel tempo mi hanno fatto sottovalutare il sospetto che si potesse manifestare un rischio così importante. Cioè, la fiducia che io e l’azienda riponevamo su quel cliente e sul relativo fatturato ha portato al sinistro.
Tutto questo mi ha portato a personalizzare il rating dei clienti. Non bastano solo le informazioni commerciali o il fido consigliato. L’assicurazione del credito aiuta ma che cosa posso fare quando il cliente non ha un fido assicurativo e l’azienda vuole continuare a lavorarci? Certo, cambiare la condizione di pagamento non risolve ma aiuta. In realtà quando accade qualcosa di insolito, devi gestire il rischio di credito mitigando quella che può diventare una perdita ma inserendola in un perimetro accettabile.
E tu cosa avresti fatto? Hai dei clienti di cui ti fidi per motivi personali e professionali consolidati nel tempo? Oppure hai un sistema di affidamento e una Credit Policy immune da errori personali?
Quattro chiacchiere sulla Tassazione degli Strumenti Finanziari
26 agosto 2024
Il bello di LinkedIn è che ti fa sviluppare incontri e conoscenze in modo virale, cioè ti fa fare quella cosa che permette la condivisione, che migliora il contatto tra idee e persone, fai in sostanza, networking.
Fra i lettori della mia newsletter dove si parla di rischio di credito e di gestione finanziaria aziendale c’è anche Giovanni Rosato, laureando in Economia presso l’Università Gabriele D’Annunzio di Chieti-Pescara, nonché già abilitato all’esercizio della professione di Consulente Finanziario e che ho avuto il piacere di incontrare personalmente.
Giovanni Rosato ha l’età di mio figlio ma è già dentro al mondo finanziario soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo e l’investimento di tutte quelle attività che una buona Gestione preventiva del Rischio Economico e Finanziario lasciano a disposizione dell’imprenditore.
Comprese quelle liquidità che l’imprenditore decide di mettere a frutto per accrescere la propria ricchezza personale.
Così la parte che mi interessa della sua competenza è quella che riguarda l’aspetto della tassazione degli strumenti finanziari e Giovanni Rosato non esita a darmi velocemente le indicazioni principali da poter condividere nella nostra newsletter e mi dice: “vuoi capire meglio come le imposte impattano sui tuoi investimenti? Devi scoprire le basi della tassazione degli strumenti finanziari e come ottimizzare il tuo portfolio.
Ad oggi la maggior parte dei redditi finanziari realizzati dalle persone fisiche sono soggetti ad imposta sostitutiva o ritenuta alla fonte a titolo definitivo, quindi, non concorrono alla creazione della base imponibile IRPEF.
Discorso diverso per i soggetti esercenti attività d’impresa.
L’aliquota prevista ammonta al 26% ad eccezione delle obbligazioni e titoli assimilabili emessi da paesi o enti (European Investiment Bank, FMI) appartenenti alla c.d. White list.
È bene tenere a mente che i redditi di natura finanziaria non sono tutti uguali vi è una netta distinzione tra i redditi di capitale e i redditi diversi, non si possono “compensare” redditi di natura differente.
· I Redditi Di Capitale (Art 44 c1 TUIR) possono essere intesi come frutti o proventi normali dell’impiego di capitale, rientrano in questa categoria le Cedole i Dividenti e le plusvalenze dei fondi comuni di investimento.
Secondo l’art 45 del TUIR la base imponibile si costituisce sommando gli stessi percepiti nel periodo di imposta senza alcuna deduzione.
· In merito ai Redditi Diversi il legislatore ha raggruppato una serie di ipotesi reddituali eterogenee non riconducibili a categorie tipiche.
Se i Redditi di Capitale sono il frutto dell’impiego di capitale i Redditi Diversi di Natura Finanziaria possono essere intesi come guadagni (o perdite di capitali);
Banalmente comprare un asset ad un prezzo x e venderlo ad un prezzo x+1 genera una plusvalenza di 1 (discorso diverso per le quote di OICR).
Le Minusvalenze (perdite in conto capitali), per non oltre quattro anni, sono portate in deduzione delle Plusvalenze (guadagni in conto capitale).
Da minusvalenze pregresse possono quindi generarsi delle ottime opportunità per il futuro.
Una volta individuato quante imposte pagare, è bene mettere a fuoco come pagare queste imposte.
In via generale per le società commerciali non vi è alcuna possibilità di scelta, la tassazione avviene secondo le regole proprie del reddito d’impresa.
Per gli altri soggetti il regime naturale è quello della dichiarazione. Adottare questo sistema conduce alla dichiarazione dei redditi e al pagamento dell’imposta sostitutiva da parte del contribuente stesso.
L’intermediario è tenuto all’obbligo di monitoraggio (c.d. Trasparenza Fiscale).
I redditi diversi di natura finanziaria si compensano e le minusvalenze si possono portare a nuovo per quattro periodi d’imposta (anche per gli altri regimi).
Regime del risparmio amministrato.
Costituisce un regime opzionale, il singolo investitore delega l’intermediario di svolgere tutti gli adempimenti fiscali, non vi è dunque obbligo di effettuare dichiarazione, vige il c.d. Anonimato Fiscale.
Regime del risparmio gestito.
Si caratterizza per la tassazione del risultato netto maturato dalla gestione individuale di portafoglio con conseguente compensazione. Si applica il principio di competenza, l’imposta sostitutiva viene quindi calcolata alla fine di ogni periodo di imposta.”
In sostanza sono confidenze di una chiacchierata ma che mettono in evidenza che anche l’aspetto fiscale rappresenta, sul piano finanziario, una pedina importante dello scacchiere.
I livelli di rischio devono tenere in considerazione anche quelli che non provengono direttamente dal mercato ma che, come quello fiscale, comunque non sono neutri solo perché sai prima che sicuramente si presenteranno.
Nella Gestione del Rischio Economico e Finanziario l’obiettivo è creare e mantenere i presupposti della Continuità Aziendale cioè, prevenire la Crisi d’Impresa.
E tu lo stai facendo? Hai già in mente come raggiungere e, soprattutto mantenere, l’equilibrio economico e finanziario della tua azienda?
Il Segreto della Negoziazione: Uno Strumento Preventivo e Alternativo all'Azione Legale per il Recupero Crediti
19/08/2024
Quando si tratta di recuperare un credito, avviare un'azione legale può sembrare la soluzione più ovvia. Tuttavia, esiste uno strumento altrettanto efficace, spesso sottovalutato, che può portare risultati rapidi e soddisfacenti: la Negoziazione.
La Preparazione: La Chiave del Successo nella Negoziazione
Perché la negoziazione sia efficace, è essenziale una preparazione meticolosa. La fase preliminare richiede una profonda conoscenza della natura del credito, nonché la verifica della correttezza della documentazione emessa e trasmessa al cliente. Il cliente deve essere consapevole del proprio debito, e tu devi essere pronto a guidare la conversazione verso una soluzione favorevole.
Conoscere il Cliente: La Tua Arma Vincente
Per avere il controllo della negoziazione, devi conoscere a fondo il cliente e i suoi punti deboli. Comprendere cosa il cliente ha da perdere può fare la differenza tra un negoziato di successo e un fallimento. I beni materiali, il denaro in qualche conto corrente, ma anche lo status sociale, l’onorabilità e la rispettabilità sono leve potenti che puoi utilizzare nel corso della negoziazione.
La Raccolta delle Informazioni: Un Processo Continuo
Le informazioni sul cliente devono essere raccolte e aggiornate costantemente. Questo processo inizia dal momento in cui il cliente viene acquisito e continua per tutta la durata della relazione commerciale. Ecco, ancora una volta, l’importanza del coinvolgimento di tutte le funzioni aziendali nella gestione preventiva del rischio di credito commerciale. La conoscenza del cliente non si interrompe mai e l’unico modo hai è misurarla con dati quantitativi ma anche con dati qualitativi.
Un esempio emblematico è la storia che circola nel mondo aziendale: un imprenditore siciliano, per avere informazioni sul nuovo fidanzato della figlia, studente universitario di Milano, ha contattato il proprio rappresentante in Lombardia, ottenendo tutte le informazioni desiderate. Questa aneddotica illustra l’importanza di un monitoraggio costante e sistematico dei propri clienti. Con tutti i mezzi a disposizione.
Il Controllo della Negoziazione: La Tua Responsabilità
Essere preparati significa anticipare le mosse del cliente, prevedendo le sue risposte e avendo già pronte le tue strategie. Un mio collega, ogni volta che telefonavo ad un cliente mi chiedeva: e adesso che cosa gli domandi? Fatti sempre anche tu questa domanda. Questa riflessione è il punto di partenza per una negoziazione efficace. Perché, se non sei tu a controllare la negoziazione allora, quando contatterai il cliente, sarà lui a farlo.
Conclusione: La Negoziazione come Strumento di Recupero Crediti
La negoziazione non è solo un’alternativa all'azione legale, ma uno strumento strategico che, se ben utilizzato, può prevenire contenziosi e garantire il recupero dei crediti in modo più rapido e meno oneroso. E tu come ti prepari alla negoziazione? Sei convinto che possa essere uno strumento efficace?
Gestione del Rischio di Credito: Un Approccio Preventivo per Navigare in Acque Sicure
15 agosto 2024
Nel mondo degli affari, il rischio di credito è un compagno inevitabile. Tuttavia, un approccio preventivo alla gestione del rischio di credito può fare la differenza tra un viaggio sereno e una tempesta imprevista. Con l'estate che invita alla riflessione, è il momento perfetto per fermarsi a considerare come la tua azienda gestisce questo rischio, specialmente in un mercato in continua evoluzione.
Gestione Preventiva del Rischio: Un Cambio di Prospettiva Necessario
Perché aspettare che un cliente non riesca a onorare un pagamento per agire? La prevenzione del rischio di credito non è solo una buona pratica, ma una necessità per proteggere la salute finanziaria dell'azienda. Un sistema di gestione del rischio efficace deve essere in grado di identificare i segnali di allarme, sia per i clienti nuovi che per quelli di lunga data. Questo significa valutare non solo il loro storico creditizio, ma anche la loro posizione finanziaria attuale e il contesto economico in cui operano.
Azioni Fondamentali per la Valutazione dei Clienti
La valutazione dei clienti è un processo a più livelli, che richiede una visione dettagliata e proattiva. Non basta limitarsi a controllare il passato: è fondamentale analizzare le proiezioni future. L'analisi dei bilanci, delle abitudini di pagamento e persino delle tendenze di mercato sono elementi chiave per una valutazione accurata. Un cliente che oggi sembra solido potrebbe trovarsi in difficoltà domani, e per questo motivo è cruciale avere un sistema di gestione del rischio robusto e dinamico.
Responsabilità Condivisa: L’Importanza della Collaborazione Aziendale
La gestione del rischio di credito non può e non deve essere relegata a un solo dipartimento. Deve essere vista come una responsabilità condivisa, che coinvolge trasversalmente diverse funzioni aziendali: finanza, vendite, marketing e persino la direzione generale. Solo attraverso una collaborazione aziendale stretta e costante è possibile avere una visione completa e accurata del rischio, e agire di conseguenza.
Conclusioni sotto l'Ombrellone
Mentre ti godi il meritato relax estivo, puoi riflettere su come la tua azienda gestisce il rischio di credito. Un sistema preventivo, basato su una valutazione accurata dei clienti e sulla condivisione delle responsabilità tra le diverse funzioni aziendali, non è solo una misura di sicurezza, ma un investimento strategico per il futuro. Se tutte le funzioni aziendali sono coordinate, sarà più facile. Il mare degli affari è più sicuro quando tutti remano nella stessa direzione.
Sei d'accordo? Pensi che oggi, mentre sei in vacanza, i tuoi crediti siano al sicuro? Ti piacerebbe conoscere il Sistema di Gestione del Rischio di Credito?
Buona estate, buon Ferragosto e buone riflessioni!
Caso di Studio
Il Rischio del Mancato Coordinamento tra Ufficio Crediti e Commerciale
12 agosto 2024
Nel contesto aziendale odierno, la gestione del rischio legata al credito aziendale è fondamentale per garantire la solidità finanziaria dell’impresa. Tuttavia, quando il coordinamento tra l’ufficio crediti e il reparto commerciale non è efficace, le decisioni prese possono compromettere la sicurezza degli incassi e mettere a rischio la stabilità economica dell'azienda. Questo caso di studio esplora una situazione reale in cui la mancanza di comunicazione tra i due reparti ha portato a conseguenze rischiose.
Il Contesto
Data: 13 giugno 2024 Cliente: Delta Fashion Group S.r.l. Importo Totale da Pagare: 6.641,36 €
- Saldo stagione invernale 2023: 996,20 €
- Anticipo stagione estiva 2024: 5.645,16 €
Dopo una serie di sollecitazioni telefoniche e e-mail, il 18 giugno 2024, il cliente propone un piano di pagamento che prevede il saldo di importi scaduti, dilazionando i pagamenti fino alla fine dell'estate. Inoltre, il cliente rifiuta la consegna di un ordine di calzature, sostenendo che la stagione è ormai troppo avanzata, e intende sfruttare il periodo dei saldi per far fronte al debito pregresso.
La Proposta di Annullamento dell'Ordine
Il 19 giugno, l'ufficio crediti comunica al commerciale l'intenzione del cliente di annullare l'ordine di calzature per recuperare il credito residuo. Tuttavia, una decisione definitiva viene rimandata, creando incertezza.
Primo punto critico: Il 1° luglio 2024, Laura Morelli, dell'ufficio crediti, sollecita una decisione urgente riguardo all'annullamento dell'ordine di calzature, il cui valore supera il credito residuo dell'azienda. Il 2 luglio, il commerciale decide di procedere con l'annullamento, ma insiste per mantenere la programmazione dell'ordine per la stagione estiva 2024, sperando di ottenere un pagamento anticipato.
Crescita del Rischio di Credito Aziendale
Il 3 luglio 2024, emerge un ulteriore problema: la conferma d'ordine per un valore di 18.000 € (più IVA) non è ancora stata inviata, e non vi è stata alcuna comunicazione tra l'ufficio crediti e il commerciale. Questo mette in luce la mancanza di coordinamento aziendale, aumentando il rischio di insolvenza.
Il 4 luglio, l'ufficio crediti chiede al commerciale se sia stata formalizzata la comunicazione di annullamento dell'ordine al cliente, ma il commerciale continua a rimandare.
Secondo punto critico: Il 5 luglio, il commerciale finalmente richiede al customer service di inviare la lettera di annullamento dell'ordine e conferma l'intenzione di proseguire i rapporti con il cliente, nonostante il rischio. Tuttavia, la decisione non è stata preceduta da un'adeguata valutazione del rischio creditizio.
La Situazione Degenera
Il 17 luglio, l'ufficio crediti scopre che la conferma d'ordine non è ancora stata inviata e che la condizione di pagamento non è stata ancora modificata. In pratica, nessuno ha preso una posizione chiara, e il cliente, ora con un saldo a suo favore, comunica che non è finanziariamente in grado di effettuare il pagamento anticipato del 30% richiesto per la stagione estiva 2024. Propone invece di rilasciare cambiali, modificando le condizioni di pagamento a metà del processo.
Terzo punto critico: Nonostante l'evidente rischio, il commerciale spinge per accettare le nuove condizioni del cliente pur di chiudere il contratto, mentre l'ufficio crediti richiede una decisione chiara e condivisa. Il ritardo nella decisione e la mancanza di un chiaro coordinamento interno portano a una situazione di stallo che si protrae fino ai primi di agosto.
Conclusione: Lezioni Apprese nella Gestione del Credito Aziendale
Alla fine, il commerciale accetta di modificare la condizione di pagamento, passando ai titoli anticipati anziché richiedere il pagamento anticipato del 30%. Sebbene la decisione sia stata presa, è chiaro che è stata gestita in modo tardivo e senza un adeguato coordinamento con l'ufficio crediti.
Questo caso evidenzia l'importanza di un coordinamento costante tra ufficio crediti e commerciale per evitare che la fretta di fatturare comprometta la sicurezza del credito aziendale. La mancanza di una comunicazione chiara e tempestiva ha portato a una situazione di incertezza che ha messo a rischio la solidità finanziaria dell'azienda.
La tua azienda ha mai affrontato una situazione simile? Come gestite il coordinamento tra i diversi dipartimenti per mitigare i rischi?
Facciamo Networking, condividi la tua esperienza o riflessione nei commenti.
Innovazioni nella Gestione del Rischio di Credito nel Settore Moda: Una Visione per il Futuro.
Come le Tecnologie Avanzate e le Pratiche Sostenibili Stanno Rimodellando il Panorama Finanziario del Settore Moda
05/08/2024
Spesso mi trovo a valutare l'attività di gestione del rischio connesso alla concessione di credito, soprattutto nel settore della moda. Le azioni che metto in atto le vedo e le rivedo, valuto ogni volta se i risultati ottenuti possano essere migliorati e faccio sempre riferimento allo schema CRMS FP 07:2015. Ho imparato a memoria i 10 punti dello schema e so benissimo che dopo il punto 8 (attività operativa) c'è sempre il punto 9, dove si effettua una valutazione delle azioni svolte e il punto 10 dove si cerca il miglioramento. Cioè, ogni azione, ammesso che sia andata molto vicina all'obiettivo, è migliorabile.
Il migliore dei mondi possibili sarebbe quello dove si possa applicare un elenco completo di azioni che ci portino senza ombra di dubbio ad incassare il nostro credito alla fine della procedura. In effetti il sistema di gestione del rischio di credito prevede proprio che vengano definiti gli obiettivi raggiungibili e che eventuali scostamenti da tali obiettivi siano finanziariamente accettabili e sostenibili dall'azienda. Ma resta sempre un senso di incompiutezza quando l'obiettivo non viene completamente raggiunto.
Se tutto è stato fatto bene, se tutte le funzioni che impattano sul credito sono state coinvolte per tempo, allora bisognerà valutare cosa sarà possibile modificare per migliorare il rendimento delle attività nella nuova ripetizione del processo. E così via in un percorso di miglioramento continuo.
Un aspetto importante è fornito dall'uso della tecnologia. Questo attuale, è un periodo dove va di moda parlare di intelligenza artificiale (IA). Si pensa che ci siano miglioramenti ottenibili con l'uso di sistemi informatici generativi che possano arrivare a sostituire l'uomo o comunque a ridurre in maniera importante i suoi errori magari anche ad un costo molto inferiore a quello di uno stipendio. In questo articolo voglio parlare di evoluzione del rischio di credito commerciale e di tendenze e previsioni soprattutto nel settore della moda.
La prima cosa che ho tenuto presente è che il rischio di credito commerciale nella moda lo conosco da almeno vent'anni. Probabilmente anche tu conoscerai qualcuno da almeno vent’anni, eppure, se ti soffermi a riflettere su quella persona che conosci così bene, da così tanto tempo, non sei certo di sapere a memoria anche i suoi pensieri.
In effetti vent'anni possono servire anche a cambiare, ad adattarsi ad un contesto che cambia, a sviluppare nuovi modi di comportarsi, nuove competenze. Cioè, anche il rischio di credito sta cambiando. Immagina l'effetto della globalizzazione, l'evoluzione dei modelli di consumo e l'impatto della tecnologia sul rischio di concessione del credito.
I tempi sono diventati molto più veloci e il pericolo di non riuscire ad incassare riguarda i clienti nuovi ma anche i clienti già acquisiti, fidati e sicuri. E tu che fai? Probabilmente cerchi anche tu nell'innovazione tecnologica soluzioni moderne a problemi che ti sembra di conoscere ormai bene, anzi benissimo. I tuoi clienti li conosci bene e quelli che hanno qualche problema li hai già messi a pagamento anticipato, così hai risolto il problema alla base.
I clienti a cui concedi credito, hai avuto modo di verificare nel tempo se erano meritevoli della tua fiducia e fino a questo momento, non ti hanno deluso. I clienti nuovi li conosci un po’ alla volta, inizi con piccoli passi, un piccolo ordine, una condizione di pagamento prudente, una piccola concessione di credito fino a quando non si crea un rapporto che abbia un minimo di storicità affidabile.
Già, ma tutto questo è esattamente uguale a ciò che si faceva vent'anni fa. Sì, probabilmente i gestionali ora sono più rapidi, mostrano una capacità di analisi più approfondita ma sebbene offrano soluzioni più confortevoli, ancora non rappresentano la sfera di cristallo che ci può dire ciò che avverrà.
Tutto quello che accade in realtà è plasmato da qualcosa che non era stato previsto. Basta ricordare ciò che ha provocato il COVID-19, l'effetto disastroso della pandemia, che ancora adesso dopo quattro anni fa sentire i suoi effetti.
Nel 2022 abbiamo visto l'inizio di una guerra fra Russia e Ucraina, che commercialmente ha escluso il mercato dell’Europa orientale come possibile via di sviluppo economico.
Nel 2023 è iniziata la guerra israelo-palestinese che può avere effetti ancora inimmaginabili, si pensi che attualmente, proprio a causa dei rischi collaterali di questa guerra, Il Mediterraneo ha un solo accesso sicuro, Gibilterra, dato che ormai il Canale di Suez non offre più standard di sicurezza sostenibili per la navigazione commerciale, con implicazioni su scambi e costi di trasporto molto importanti.
Ma oltre alle guerre c'è la crescente attenzione alla sostenibilità del nostro pianeta che soprattutto nella moda impone alle aziende di investire in materiali e processi etici che possono avere costi iniziali elevati e tempi di recupero finanziario più lunghi.
Questi cambiamenti, e sono solo alcuni dei più noti, hanno un profondo impatto finanziario su tutte le aziende del settore moda e non solo. Ci sono costi che crescono e ricavi che non sempre riescono a compensarli, anche dal punto di vista finanziario non tutte le entrate sono in grado di coprire le nuove uscite. Ci sono poi anche gli effetti delle sanzioni per quelle aziende che non si adeguano o non lo fanno entro i termini previsti.
Tutti questi aspetti economici e finanziari possono compromettere la vita delle aziende e impattare in modo importante sul rischio di credito. Ovviamente ci sono anche novità che rappresentano un miglioramento nella gestione del rischio di credito. Il termine più usato in questo periodo, come già detto, è quello dell'intelligenza artificiale.
L'intelligenza artificiale (IA) sta diventando uno strumento cruciale nella gestione del rischio di credito commerciale:
- Valutazione del credito: Gli algoritmi di IA possono analizzare grandi quantità di dati finanziari e comportamentali per valutare accuratamente il rischio di credito di un cliente, riducendo l'incidenza di insolvenze.
- Monitoraggio continuo: Le soluzioni basate su IA possono monitorare in tempo reale le attività dei clienti, identificando rapidamente eventuali segnali di rischio e consentendo alle aziende di intervenire tempestivamente.
- Automazione dei processi: L'automazione dei processi di gestione del credito attraverso l'IA riduce gli errori umani e migliora l'efficienza operativa, permettendo alle aziende di moda di gestire un numero maggiore di transazioni senza aumentare proporzionalmente il personale.
La sostenibilità del bilancio poi è fondamentale per garantire la stabilità finanziaria delle aziende di moda. Questo concetto implica:
- Gestione attenta del capitale circolante: Assicurarsi che le risorse liquide siano sufficienti per coprire le operazioni quotidiane e le spese impreviste.
- Diversificazione delle fonti di finanziamento: Non dipendere da una singola fonte di finanziamento, ma diversificare tra prestiti bancari, emissioni obbligazionarie e autofinanziamento.
- Monitoraggio continuo delle performance finanziarie: Utilizzare strumenti avanzati di contabilità e analisi per monitorare costantemente le performance finanziarie e identificare rapidamente eventuali problematiche.
Guardando al futuro, possiamo prevedere alcune evoluzioni nel rischio di credito commerciale nel settore moda:
- Maggiore adozione di tecnologie avanzate: Le aziende di moda continueranno ad adottare soluzioni tecnologiche avanzate per migliorare la gestione del rischio di credito e aumentare la trasparenza delle transazioni.
- Focus sulla sostenibilità: La crescente enfasi sulla sostenibilità porterà le aziende a investire in pratiche etiche e sostenibili, che potrebbero inizialmente aumentare i costi ma che, nel lungo termine, ridurranno i rischi finanziari associati a pratiche non sostenibili.
- Cambiamenti nei modelli di consumo: I consumatori continueranno a richiedere maggiore personalizzazione e trasparenza, spingendo le aziende a innovare e adattarsi rapidamente ai cambiamenti di mercato.
Implicazioni per le Aziende di Moda Per prepararsi alle sfide future, le aziende di moda dovranno:
- Investire in tecnologie avanzate: Adottare soluzioni basate su IA, migliorare l’analisi dei dati per aumentare l’efficacia della gestione del rischio di credito.
- Adottare pratiche sostenibili: Integrare la sostenibilità nelle loro operazioni per ridurre i rischi associati a pratiche non etiche e non sostenibili.
- Rimanere agili e adattabili: Essere pronti a rispondere rapidamente ai cambiamenti nei modelli di consumo e alle condizioni economiche globali.
In conclusione, il rischio di credito commerciale nel settore moda è un aspetto critico che richiede una gestione attenta e proattiva. Le aziende devono rimanere aggiornate sulle evoluzioni del mercato, adottare tecnologie avanzate e integrare pratiche sostenibili per garantire la loro stabilità finanziaria e il successo a lungo termine.
Tu mi dirai che queste cose le sai già o le avevi abbondantemente intuite ma la realtà è che molti imprenditori aspettano che il problema arrivi e poi si penserà a risolverlo. L’unico strumento che abbiamo è anticipare la soluzione inglobandola nel Sistema Azienda perché il problema della gestione del rischio di credito si può risolvere prima che si verifichi, dopo potrebbe essere fatale.
Sei d’accordo? Hai altre idee che possano essere d’aiuto? Riesci a vivere la tua azienda con un occhio puntato al futuro?
Il Credito Commerciale nella Moda: Una Storia di Rischio e Resilienza
29/07/2024
Nel mondo della moda, tra sfilate e collezioni glamour, c'è una battaglia silenziosa che molte aziende affrontano ogni giorno: la gestione del rischio di credito commerciale. Con l'introduzione del Nuovo Codice della Crisi d'Impresa, questa battaglia è diventata ancora più cruciale. Vediamo come la gestione del rischio di credito commerciale si intreccia con la richiesta di un adeguato assetto organizzativo, attraverso la storia di un'azienda che ha navigato in queste acque turbolente.
La Moda e il Credito Commerciale
Immaginate una casa di moda, "Alpha Moda", che ha costruito il suo nome su capi di qualità e design innovativo. Con la crescita dell'azienda, si è espansa in mercati internazionali, affidandosi a numerosi rivenditori multibrand. Questi rivenditori ordinano grandi quantità di merce, spesso su credito commerciale, aspettando di pagare solo dopo aver venduto i prodotti.
Per "Alpha Moda", il credito commerciale è una leva fondamentale per aumentare le vendite e la presenza sul mercato. Tuttavia, ogni credito concesso porta con sé un rischio: il rischio che il cliente non paghi. Questo rischio, se non gestito, può minacciare la stabilità finanziaria dell'azienda.
Un Avviso di Crisi
All'inizio del 2023, "Alpha Moda" ha avuto una brutta sorpresa. Un grande rivenditore in Europa, che aveva ordinato la nuova collezione primavera/estate, non è riuscito a pagare le fatture. Con migliaia di euro bloccati in crediti insoluti, l'azienda ha dovuto affrontare una crisi finanziaria.
Fu in quel momento che il CEO, Matteo, realizzò che l'azienda non aveva un sistema efficace per gestire il rischio di credito. La mancanza di monitoraggio e di piani di contingenza aveva lasciato "Alpha Moda" vulnerabile. Matteo capì che doveva trasformare il modo in cui l'azienda gestiva il credito commerciale.
Il Nuovo Codice della Crisi d'Impresa
Il Nuovo Codice della Crisi d'Impresa e dell'Insolvenza, entrato in vigore in Italia, richiede alle aziende di dotarsi di un adeguato assetto organizzativo per prevenire e gestire le crisi. Questo significa avere strumenti per identificare tempestivamente i segnali di difficoltà e intervenire prima che la crisi diventi irreversibile.
Per "Alpha Moda", questo significava ripensare completamente la gestione del credito commerciale. Matteo decise di adottare un sistema di gestione del rischio più robusto, allineato con le nuove normative.
Una Trasformazione Necessaria
Ecco le strategie che Matteo implementò per proteggere "Alpha Moda":
- Sistema di Valutazione del Credito: Matteo introdusse un sistema di valutazione del credito per i clienti, utilizzando report finanziari, storici di pagamento e analisi di mercato. Questo aiutava a identificare i clienti a rischio prima di concedere credito.
- Monitoraggio Continuo: L’azienda implementò un sistema di monitoraggio continuo per rilevare tempestivamente qualsiasi segnale di crisi nei clienti esistenti. Questo includeva l'uso di software avanzati per analizzare le performance dei clienti e prevedere potenziali problemi.
- Piani di Contingenza: Furono sviluppati piani di contingenza per gestire eventuali insolvenze. Questo includeva accordi di pagamento flessibili e l'assicurazione del credito commerciale.
- Formazione del Personale: Matteo investì nella formazione del personale, assicurandosi che il team di gestione del credito fosse ben informato sulle nuove normative e sulle migliori pratiche di gestione del rischio.
- Coinvolgimento dei Dipartimenti: La gestione del credito non era più un compito isolato dell’ufficio finanziario. Coinvolse i responsabili delle vendite e il marketing per garantire che tutti fossero allineati e consapevoli dei rischi associati ai nuovi ordini.
Tutto questo è possibile grazie a due Sistemi di Gestione del Rischio di Credito Commerciale (CRMS FP 07:2015 e EFRMS 14:2019) che consentono di ottenere la Certificazione da parte di soggetti terzi mettendo l’Amministratore e l’Azienda in totale sicurezza.
Il Ritorno della Stabilità
Grazie a queste misure, "Alpha Moda" riuscì a stabilizzare la propria situazione finanziaria. I nuovi sistemi di valutazione e monitoraggio permisero all’azienda di prendere decisioni informate sulla concessione del credito, riducendo drasticamente il numero di insolvenze. I piani di contingenza garantirono che anche i problemi di pagamento più difficili potessero essere gestiti senza compromettere la continuità aziendale.
Questa trasformazione non solo proteggeva "Alpha Moda" dai rischi immediati, ma rafforzava anche la sua reputazione sul mercato. Clienti e partner commerciali riconoscevano l’azienda come un player affidabile e finanziariamente solido, aumentando ulteriormente la fiducia e le opportunità di business.
Una Lezione di Resilienza
La storia di "Alpha Moda" mostra come una gestione efficace del rischio di credito commerciale sia essenziale per il successo nel settore della Moda, soprattutto alla luce del Nuovo Codice della Crisi d'Impresa. Adottare un adeguato assetto organizzativo non è solo una questione di conformità normativa, ma anche una strategia fondamentale per costruire un’azienda resiliente e sostenibile.
E tu come proteggi la tua azienda di Moda dai rischi del credito commerciale? E come fai ad assicurarti un assetto organizzativo adeguato? La tua azienda ritieni che sia pronta a navigare nel futuro con sicurezza e competenza?
Fare networking può aiutare a superare la crisi
22/07/2024
Costruire una rete. Una rete di amicizie, di conoscenze e di contatti, cioè un insieme di persone che decidano di condividere le proprie idee, che provino ad immaginare nuovi modi di affrontare la realtà economica che sta cambiando. Questa può essere una novità per affrontare la crisi.
Costruire una rete è una operazione a costo zero dove il margine di profitto è potenzialmente illimitato.
Se io ho 1 € e tu hai 1 €, scambiandoci quello che abbiamo non diventeremo più ricchi. Ma se io ho un'idea e tu hai un'idea, scambiandoci quello che abbiamo, entrambi avremo a disposizione due idee. Questa è la differenza.
Eh già, perché con 1 € compri un numero limitato di oggetti e non di più ma un'idea che si adatta al tuo business può farti migliorare fino a raggiungere il successo. Visione della vita attribuita allo scrittore irlandese George Bernard Shaw.
Non sono mai stato geloso del “mio mestiere” e ho sempre trovato nel confronto con gli altri una via di crescita e di miglioramento. Così all'inizio di giugno di quest'anno (2024) ho creato la mia prima rubrica (una newsletter su Linkedin), dove porto le cose che ho sempre fatto come lavoro, la gestione del rischio di credito commerciale. Ma ovviamente, non basta.
Non è mia intenzione fare apologia di me stesso. Potrei dire che quello che so fare riesco a farlo meglio di tutti, che ho un'esperienza nel settore della Moda ultradecennale, che conosco il mio settore meglio di chiunque altro. Ma non è questo ciò che voglio. In realtà io voglio arrivare a quello che non so.
Ogni azienda è un'esperienza a sé tante anche se opera nello stesso settore delle altre prese in esame, figuriamoci in settori diversi.
Gestire il rischio di credito non è un argomento universale e ognuno può aggiungere la propria esperienza in modo univoco.
Quello che accade allora è che tra le tante osservazioni si creino dei nuovi punti di vista, dei nuovi angoli di valutazione della realtà.
Finora ho scritto sei articoli, questo è il settimo. Diversi di voi hanno avuto l'iniziativa di commentare, di fare le proprie osservazioni.
È così che pian piano si forma la rete. Ognuno inizia a commentare partendo dalla propria esperienza e suggerisce nuove criticità o anche nuove soluzioni.
In questo modo ho incontrato Mirko Dalle che oltre ad essere un credit manager è anche il responsabile commerciale dell'azienda per cui lavora cioè, in sé ha la natura di due funzioni che in molte aziende strutturate sono contrapposte.
Ma come fa un direttore commerciale ad essere anche il credit manager, mi chiederai. È un po’ come mettere il lupo a pascolare gli agnelli, è un controsenso.
In realtà no, perché sia la vendita che l'incasso sono due elementi essenziali per la vita dell'azienda.
L'articolo che ha commentato Mirko è quello che poneva proprio questa domanda nel titolo: “Fatturiamo o incassiamo?”, dove appunto mettevo in evidenza che queste due azioni, fatturare e incassare, spesso collidono certo perché a volte per aumentare il fatturato ci si accolla, più o meno superficialmente, il rischio di una perdita sui crediti. Ma Mirko è in un'azienda che seppure di piccole dimensioni ha completa autonomia finanziaria, quindi piuttosto che non incassare da un cliente, in nome della propria libertà finanziaria, preferisce non prendere un cliente nuovo se c'è un serio rischio di credito.
In sostanza Mirko ragiona considerando entrambi i punti di vista, sia quello commerciale che quello amministrativo. È costantemente alla ricerca di nuovi clienti. Visita costantemente chi acquista da lui, in modo da avere anche informazioni di prima mano sull'andamento delle aziende clienti e su quelli di cui ha ragione a non fidarsi, li mette a bonifico anticipato.
Ciononostante, è alla ricerca continua di nuovi modi per analizzare il mercato e valutare i clienti. Che cosa vorrebbe Mirko?
1 - strumenti complessi e costosi: Mirko teme che gli strumenti di valutazione del rating siano troppo complessi e costosi per le sue esigenze
2 - intuibilità degli strumenti: ha bisogno di un sistema facile e intuitivo che non richieda formazione eccessiva o tempo per essere utilizzato efficacemente
3 - affidabilità delle informazioni: è preoccupato per l'affidabilità delle informazioni provenienti da altri fornitori, specialmente se questi sono competitors
4 - tempo e risorse: essendo sia credit manager che commerciale Mirko ha limitato tempo e risorse per gestire le valutazioni finanziarie dei clienti
5 - costi di implementazione: è sensibile ai costi associati all'implementazione di nuovi strumenti o sistemi
Anche io mi sono trovato spesso ad avere le stesse esigenze di Mirko e ho risolto costruendo un software personalizzato magari partendo proprio da un foglio di Excel, dove mettevo i dati a mia disposizione a confronto con informazioni esterne fino ad arrivare alla costruzione di un vero e proprio rating dei clienti delle aziende per cui lavoravo.
Non è un lavoro facile ma ha una probabilità di individuare il rischio di credito molto elevata. Ciò nonostante, stiamo andando verso una situazione economica complessiva che è sempre più complicata.
Ci sono molti elementi che caratterizzano una crisi finanziaria crescente come:
- Problemi di redditività Fatturato insufficiente: La mancanza di vendite può derivare da promozione commerciale inefficace, posizionamento inadeguato, nuovi competitor, strategie di marketing fallimentari, gamma di prodotti limitata e clienti scontenti. Spese troppo elevate: Un eccesso di spese fisse e variabili, come personale, fornitori, energia, può rapidamente degradare la tesoreria dell'azienda. Margine commerciale debole: Vendere molto senza un margine sufficiente può portare l’azienda a operare in perdita.
- Problemi di pagamento clienti Dilazioni di pagamento eccessive: Concedere troppo tempo ai clienti per pagare può causare carenze di liquidità. Troppi insoluti: I mancati pagamenti dei clienti possono generare perdite significative e problemi di tesoreria.
- Problemi di magazzino Cattiva gestione del magazzino: Un magazzino sovradimensionato immobilizza liquidità, mentre uno sottodimensionato rischia di esaurire le scorte, entrambi con impatti negativi sulla tesoreria.
- Riserva di tesoreria insufficiente Capitale circolante limitato: Una gestione inadeguata del capitale circolante può portare a insufficienza di tesoreria anche con buone vendite.
- Crisi e imprevisti Eventi inaspettati: Scioperi, guasti, esaurimento scorte, furti e crisi sanitarie (vedi il Covid-19) possono colpire duramente la tesoreria.
- Crisi di crescita Crescita troppo rapida: Una domanda superiore alle capacità aziendali può portare a cali di liquidità, ritardi e insoddisfazione dei clienti.
Al livello economico di gestione di un'azienda diverse sono le soluzioni possibili che ho raccolto anche grazie al vostro aiuto e ai vostri suggerimenti come ad esempio:
- Aumentare il fatturato Procacciamento attivo: Incrementare le attività di vendita con promozioni, fiere, campagne email e rilanci telefonici. Aumentare i prezzi: Se possibile, aumentare gradualmente i prezzi giustificando però il valore aggiunto ai clienti.
- Testare nuovi canali di vendita Vendita multicanale: Esplorare nuovi canali di distribuzione, come l’e-commerce e i social media, per raggiungere più clienti.
- Rivedere la strategia di comunicazione Comunicazione mirata: Aggiornare la strategia di comunicazione per allinearsi ai moderni canali digitali e attrarre nuovi segmenti di mercato.
- Diminuire o rimandare le spese Analisi delle spese: Identificare e ridurre le spese superflue, rinegoziare contratti e ottimizzare le spese fisse e variabili. Posticipare pagamenti: Congelare spese non essenziali e negoziare dilazioni di pagamento con fornitori.
- Ottimizzare il magazzino Ridurre scorte dormienti: Liberarsi delle scorte in eccesso con promozioni per recuperare liquidità. Leasing e noleggio: Preferire il leasing per acquisti importanti come veicoli, riducendo l’impegno di capitale.
- Gestire i termini di pagamento Ridurre dilazioni ai clienti: Incentivare i pagamenti anticipati offrendo sconti e riducendo i tempi di dilazione. Negoziato con fornitori: Estendere i termini di pagamento con i fornitori per conservare liquidità.
- Accedere a finanziamenti Prestiti bancari: Negoziare prestiti di liquidità presentando piani di gestione e sviluppo credibili. Scoperti autorizzati: Ottenere scoperti autorizzati per disporre di liquidità aggiuntiva in situazioni di emergenza.
- Modalità di finanziamento alternative Factoring: Vendere le proprie fatture a banche o società di factoring per ottenere liquidità immediata. Crowdfunding e venture capital: Esplorare opzioni di finanziamento alternative per supportare la crescita e superare periodi di crisi.
Ma lo studio e la soluzione dei problemi ha la massima efficacia quando viene fatta prima che tutto sia incredibilmente complicato. Spero che la mia newsletter possa aiutare un po’ tutti quelli che vorranno creare un luogo di incontro dove scambiare le proprie idee e trovare nuova ispirazione.
E tu che ne pensi? Come vedi il mondo della tua azienda in prospettiva?
L'importanza della valutazione preventiva dei clienti: una lezione per il successo aziendale
15/07/2024
L’azienda cresce se fattura. Poi, e sottolineo poi, l'azienda raggiunge il suo equilibrio finanziario se incassa le fatture emesse. Quindi, n. 1 fatturare, n. 2 incassare. Ma ti immagini il credit manager che va dall'imprenditore e gli dice che forse sarebbe meglio non fatturare a quel cliente perché c'è il rischio che non incassi quel credito? Se l'imprenditore è tranquillo, ha voglia e ha tempo di parlare con il credit manager, gli farà capire che non intende rinunciare al fatturato e sa benissimo che comunque non esiste una probabilità di incasso del 100% per qualsiasi cliente. Quindi bisognerà fatturare, e il credit manager è lì per portare il più in alto possibile la probabilità di incasso che, come detto prima, non sarà mai del 100%. E così si fattura anche a quel cliente.
Il credit manager è riuscito a ottenere, per le prime forniture, il pagamento con bonifico anticipato, prima della consegna. Arrivano i soldi e poi si spedisce. Ma successivamente il cliente torna a fare altri ordini, e il commerciale è ben contento di aumentare il volume di fatturato con questo cliente, che però chiede una condizione di pagamento meno rigida. Tanto è un buon cliente, finora ha sempre pagato. Dopo alcune riunioni con il credit manager, il commerciale ottiene una modifica delle condizioni di pagamento, sperando che vada tutto bene. La storia va avanti, il fatturato cresce, l'imprenditore è contento, il cliente è sempre più importante per i nuovi volumi di fatturato, e il credit manager quasi non dorme la notte per controllare la regolarità degli incassi la mattina seguente.
Il cliente paga sempre con bonifico, ma non più anticipato. Ora ha ottenuto un termine di 60 giorni dalla consegna della merce. L'azienda quindi produce la sua merce per i suoi clienti e soprattutto per questo cliente importante a cui fa anche da magazzino. Verso questo cliente ha un credito principalmente per il fatturato che deve ancora scadere, anche se c’è qualche fattura scaduta da pochi giorni. Tutto sembra andare per il meglio fino a quando inizia a esserci un po’ di ritardo: il cliente ha bisogno di poter pagare a 90 giorni dato che ha aumentato di molto i volumi di acquisto. Ma poco dopo lo scaduto aumenta: una parte viene pagata, ma un'altra parte rimane scaduta e impagata.
Quando le cifre del credito non incassato diventano importanti, si torna a parlare con l'imprenditore, che questa volta non è tranquillo. Convoca sia il credit manager che il commerciale. Ma come è possibile che abbiamo fatto tanto fatturato con questo cliente? Ma non potevamo mantenere il pagamento anticipato, almeno per una parte? Quali soluzioni ci sono adesso per incassare lo scaduto senza perdere il fatturato con questo cliente?
Il credit manager prova a dire che, a suo parere, il rischio di perdere dei soldi con questo cliente c'era sin dall'inizio e lui l'aveva detto. Già, ma se la sai così lunga, cosa hai fatto per mettere in sicurezza l'incasso? Come riesci a salvare capra e cavoli? Perché bisogna incassare senza perdere il fatturato, dice l'imprenditore. Il commerciale ha fatto il suo dovere (per l’aumento del fatturato). Certo, conosce bene il cliente e si mette a disposizione per favorire un dialogo tra il cliente stesso e il credit manager, in modo da cercare di risolvere il problema. Non è un grande aiuto, ma è tutto quello che il credit manager ha a sua disposizione.
Dopo un'analisi approfondita della situazione finanziaria ed economica del cliente, il credit manager prepara questa soluzione:
- Programmazione rateizzata per il pagamento del debito vecchio, con una dilazione necessariamente importante.
- Riduzione del volume di fatturato continuando però a fornire il cliente per non fargli fermare la propria continuità dei ricavi.
- Concessione di un termine più lungo anche per il pagamento del debito corrente su più rate.
Il credit manager riesce a mitigare il rischio con qualche elemento di controllo. Ma il rischio rimane e c'è da sperare adesso che tutto vada bene. Gli elementi di rischio ora sono tre:
- Rischio che il cliente non riesca a pagare il debito vecchio ripianificato.
- Onere di finanziamento a carico dell'azienda per la lunga dilazione concessa.
- Esposizione in aumento, seppure ridotta, con i nuovi ordini prodotti e spediti al cliente.
Questo è il punto a cui si può arrivare se gli importi sono elevati. La stessa azienda rischia di perdere il proprio equilibrio finanziario. Ma allora come si può aumentare il fatturato senza aumentare la probabilità di perdite su crediti?
Ci sono diverse azioni che si possono fare, e anche di una buona efficacia. La cosa importante è che queste azioni siano pianificate ed effettuate preventivamente, cioè prima di iniziare il rapporto commerciale con il nuovo cliente. Ma non basta: le azioni di prevenzione del rischio vanno ripetute costantemente. Le attività più importanti sono:
- Analisi di affidabilità dei clienti. Cioè, utilizzando elementi interni storico/contabili ed elementi esterni come le informazioni commerciali e le analisi dei documenti di bilancio, arrivare a definire se l'importo dell'ordine commerciale è sostenibile dal cliente.
- Suddividere il fatturato dell'azienda in base a parametri di rischio. Cioè, valutare la probabilità di incasso del fatturato dell'azienda in modo da adeguare il prima possibile le condizioni di pagamento applicate ai propri clienti. In sostanza, si attribuisce un rating ai clienti e si individua l'area di fatturato a maggiore rischio.
- Attribuire a ciascun cliente un punteggio che deve essere monitorato nell'analisi del rischio di credito.
- Fare in modo che queste valutazioni siano condivise in azienda da tutti coloro che hanno un impatto sul rischio di credito.
- Organizzare tempi e metodi di reazione al presentarsi del rischio di credito.
In conclusione, la prevenzione del rischio di credito non è solo una questione di buon senso, ma una strategia imprescindibile per garantire la sostenibilità finanziaria dell'azienda.
E tu cosa ne pensi? Può essere un buon modo di gestione del fatturato e dell'incassato? Tu come ti organizzi?
Recupero del Credito con il Pignoramento presso Terzi. Inizia a farlo anche lo Stato.
08/07/2024
La gestione del credito commerciale è un’attività preventiva rispetto al momento in cui dovesse verificarsi il mancato pagamento da parte del debitore moroso. Cioè, si gestisce il rischio del mancato pagamento prima che questo possa verificarsi, cercando proprio di evitare che si manifesti.
Il rapporto tra la gestione del rischio di credito e il recupero del credito è simile a quello che c’è tra il marketing e la vendita. Come una buona attività di marketing rende molto più facile la fase di vendita, così una buona attività di gestione del rischio di credito rende molto più efficace l’attività del recupero del credito riuscendo, se ben fatta, ad evitarla del tutto.
Nel caso in cui si decida di servire un cliente che sia una ditta individuale o una società di persone, è importante verificare preventivamente la sua solvibilità e la presenza nel suo patrimonio di beni rapidamente aggredibili. Il mancato pagamento del nostro credito ci dà la possibilità di agire direttamente sui beni (mobili e immobili) del debitore ma ci permette anche di andare ad effettuare il pignoramento presso terzi. Cioè, è possibile chiedere alla banca, dove il debitore ha il suo conto corrente, previa notifica, di bloccare il conto stesso e di versare l’importo presente direttamente nelle casse del creditore fino alla cifra vantata per il suo credito.
Chiaramente, questa attività sarà poco proficua se il cliente moroso non avesse liquidità o se sui suoi conti correnti non ce ne fosse abbastanza. Ecco perché una buona gestione preventiva del rischio di credito (come una buona attività di marketing) seleziona a monte i clienti che oltre ad avere le giuste caratteristiche commerciali hanno anche una situazione finanziaria sostenibile.
Tu mi dirai, ma è chiaro che io cerchi clienti commercialmente e finanziariamente sani però le sorprese possono sempre capitare. In realtà le sorprese hanno radici abbastanza profonde e ti assicuro che una gestione del rischio di credito preventiva e costante mitiga molto le probabilità che queste sorprese si verifichino (o quanto meno, ne riducono la portata). Quindi una buona attività di gestione del rischio di credito commerciale rende più efficace una eventuale attività di gestione del recupero del credito.
Questo lo ha capito anche lo Stato italiano. Infatti, l’ADE (Agenzia delle Entrate) e l’ADER (Agenzia delle Entrate Riscossione) hanno iniziato a lavorare congiuntamente sullo scambio delle informazioni circa i crediti tra i privati.
Eh sì, perché la crescita delle informazioni nelle banche dati e l’introduzione della fattura elettronica ha permesso l’incrocio dei dati per stabilire l’entità dei crediti che i contribuenti (quelli morosi) vantano da altri privati. Cioè, l’Agenzia delle Entrate Riscossioni analizza i fatturati di un soggetto (contribuente moroso) censito in anagrafe tributaria e se ravvede pagamenti abituali e/o costanti da parte di altri privati l’ADER stessa può procedere al pignoramento presso terzi. In pratica, i clienti (soprattutto dei professionisti - oltre alle banche e i datori di lavoro), riceveranno una pec di ingiunzione di pagamento affinché non versino le somme spettanti nelle casse dei professionisti (contribuente moroso) ma direttamente nelle casse dello Stato. Quindi, i professionisti che operano in mono mandato o che fatturano al proprio cliente principale, con il pignoramento presso terzi potrebbero vedere svanire i propri introiti mensili.
Lo so, vista dall’ottica del professionista (contribuente moroso) questo è uno scenario molto penalizzante ma è anche la dimostrazione concreta di come la gestione delle informazioni del rischio sul cliente o sul contribuente prima che si verifichi un ritardato o mancato pagamento del debito (commerciale o fiscale) consente al creditore (privato o Stato) di recuperare meglio è più facilmente il proprio credito rispetto a quanto non accadesse prima.
E tu che ne pensi? Il pignoramento presso terzi lo conoscevi?
Le Condizioni di Pagamento nel Settore Moda
01/07/2024
Di condizioni di pagamento ne abbiamo in abbondanza in tutti i settori, ma nella moda sono particolarmente personalizzate per la tipologia di cliente. Mi riferisco ai clienti tipici di un’azienda di moda, cioè i rivenditori multibrand: quei classici clienti con la vetrina su strada che vendono diversi marchi tra abbigliamento, calzature e accessori. Le condizioni più frequenti includono le Ricevute Bancarie (Ri.Ba.), le rimesse con rilascio di titoli anticipati o alla consegna della merce, e i bonifici, che possono essere anticipati o dilazionati. Ma perché le condizioni di pagamento sono così variabili? E come si integrano con la gestione del credito? La Stagionalità e le Condizioni di Pagamento nella moda, la stagionalità è un elemento cruciale da considerare. A giugno, le aziende iniziano a consegnare la merce per la stagione autunno/inverno e, per questa, sono già stati raccolti i titoli anticipati. Le Ri.Ba., invece, procedono contestualmente alla fatturazione, costituendo una condizione di pagamento per i clienti mediamente affidabili.Da giugno a settembre, i clienti vengono anche chiamati a effettuare nuovi ordini per la primavera/estate dell'anno successivo. In questo periodo, incontrano i responsabili commerciali o gli agenti sia per ordinare i capi della nuova stagione che per rilasciare i titoli a copertura della merce già consegnata per l'autunno/inverno.In sostanza, tra giugno e settembre, i clienti sono esposti per tre stagioni: la primavera/estate corrente, l'autunno/inverno da consegnare e la nuova primavera/estate. Questo ciclo continuo richiede una gestione attenta delle condizioni di pagamento e del credito concesso.Chi Gestisce il Credito?La gestione del credito è una questione condivisa tra diverse funzioni aziendali. Da un lato, c’è l’Ufficio Crediti, che deve monitorare la regolarità degli incassi della precedente stagione (la primavera/estate in corso) e gestire eventuali eccezioni come sostituzioni o insoluti. Questi problemi influenzano gli ordini della stagione autunno/inverno in corso di spedizione.Quindi, è lecito chiedersi: si può spedire la merce della stagione invernale a un cliente che ha avuto problemi di pagamento con la merce estiva? È necessario gestire il credito scaduto sull’estivo e il rischio di credito sull’invernale da spedire, coinvolgendo sia il credito che il commerciale e la rete vendita esterna.Strategie di Gestione del CreditoEliminare semplicemente un cliente moroso potrebbe sembrare la soluzione più semplice, ma nel settore della moda, dove i volumi di fatturato sono proiettati molto in avanti, potrebbe non essere la scelta più saggia. Gestire il cliente problematico, invece, può portare a risolvere, quando possibile, i problemi finanziari che il cliente manifesta.Ecco alcune strategie:
- Modificare le Condizioni di Pagamento: Questa non è sempre una misura punitiva. Adattare le condizioni può aiutare il cliente a migliorare la propria situazione finanziaria.
- Rivedere l’Importo della Fornitura e degli Ordini: A volte, una riduzione degli ordini può essere meglio di un rischio maggiore di insolvenza.
- Interventi di Natura Commerciale: Come sostituzioni e riassortimenti, che possono migliorare la liquidità del cliente e incentivare i pagamenti.
Credito e Rischio: Un Approccio Integrato
La gestione del credito e del rischio di credito è trasversale all’interno dell’azienda e coinvolge anche stakeholder esterni. L'azienda deve anche considerare la vendibilità del prodotto, che non è una costante nella moda. Analizzare la qualità della produzione e l'efficacia del marketing è essenziale per sostenere le vendite e, di conseguenza, garantire i pagamenti.
Quindi, nel tuo caso, chi gestisce il cliente? Tu o il Commerciale? Quando è necessario cambiare una condizione di pagamento, puoi agire direttamente o devi avere l'approvazione del Commerciale? Chi viene prima, l’Incasso o il Fatturato? È meglio decidere in autonomia o condividere la responsabilità?
Queste domande riflettono la complessità della gestione del credito nella moda, dove la collaborazione e la comunicazione tra le funzioni aziendali sono fondamentali per il successo. E dove il Sistema di Gestione del Rischio di Credito fa la differenza. E tu cosa ne pensi?
Days of Sales Outstanding (DSO): Una Riflessione Critica
25/06/2024
Dino Solari, qualcuno di voi lo conosce? È un mio collega e amico di vecchia data. Entrambi amiamo il mare e lavoriamo sul rischio di credito, forse c’è qualcosa che fa rima, di sicuro sia il mare che il credito sono affascinanti e possono essere pericolosi.
Lui dice che il DSO come valutazione della performance di un Credit Manager non è corretto e non è corretto neanche per valutare il peso finanziario e temporale di una dilazione. Le righe che seguono sono il suo pensiero su questo tema, che è abbastanza interessante.
Il Days of Sales Outstanding (DSO) è un metodo ampiamente riconosciuto per valutare i giorni di esposizione dei crediti. Questa riflessione si rivolge a chi considera ancora il DSO un indicatore chiave di performance (KPI) importante.
Che cosa vogliamo misurare? Fondamentalmente, l'obiettivo è misurare i giorni di ritardo nei pagamenti dei clienti a un dato momento. Non ci interessa misurare i giorni di pagamento concordati, i giorni a scadere, i pagamenti chiusi pervenuti in ritardo, o il fatturato di periodo (mensile, trimestrale, annuale).
Nel calcolo del DSO, vari metodi (standard, periodo mobile, countback) confrontano l'esposizione dei crediti a una certa data con il fatturato. Tuttavia, l'esposizione include fatture in corso, scadute e a scadere, mentre il fatturato comprende fatture pagate (storico), scadute non pagate (in corso) e a scadere (future).
Questo confronto sembra incoerente, dato che i dati non sono omogenei e il risultato non riflette il vero ritardo dei clienti. Il DSO comprende nel suo acronimo la parola "SALES", che include fatture pagate, scadute non pagate, e a scadere (partite aperte e chiuse). La parola "OUTSTANDING" comprende fatture non pagate e a scadere (partite aperte).
Esempio Numerico:
Metodo Count Back (o a ritroso):
- Rilevazione al 31/12/20xx
- Esposizione: €150.000
- Fatturato Mensile Costante: €60.000
- Termini di Pagamento: 60 giorni
L'esposizione è composta da:
- Fatture di dicembre a scadere a febbraio
- Fatture di novembre a scadere a gennaio
- Fatture di ottobre scadute a dicembre e non pagate al 31/12/xx
Calcolo del DSO al 31/12/xx:
- Anno Solare: 77 giorni (31+30+16)
- Anno Commerciale: 75 giorni (30+30+15)
Se invece l'esposizione include fatture di dicembre a scadere a febbraio, fatture di novembre a scadere a gennaio e fatture di giugno scadute ad agosto e non pagate al 31/12/xx, il DSO rimane:
- Anno Solare: 77 giorni (31+30+16)
- Anno Commerciale: 75 giorni (30+30+15)
Il DSO non cambia, anche se le fatture scadute non pagate sono di agosto anziché di dicembre!
Il metodo count back del DSO non considera i ritardi effettivi nei pagamenti. Anche con l'anno mobile, l'esposizione è "coperta" dal fatturato medio che include fatture a scadere, pagate e non pagate, indipendentemente dal tempo trascorso.
E se si continua ad usare il DSO? Se le vostre aziende basano la gestione del credito sui giorni di DSO, è il momento di ribellarsi!
Fortunatamente, esiste un altro KPI più preciso che non considera fatturato, IVA, termini di pagamento concordati, crediti non conformi, giorni solari, commerciali, lavorativi, date di pagamenti oscillanti, ecc. Si concentra solo ed esclusivamente sul ritardo ponderato dei crediti: il GPS (Giorni Ponderati di Scaduto), conosciuto in inglese come WADL (Weighted Average Days Late).
Prova su Excel: Un test su foglio Excel dimostra che funziona! Tuttavia, riportare tutte le fatture scadute e non pagate su Excel tramite query dalla contabilità clienti è impraticabile. Per questa misurazione mensile, è consigliabile utilizzare un software di Gestione del Credito. Un software però che permetta di ottenere il GPS (WADL) per ogni singolo cliente o gruppo di clienti e che, indicando un tasso di interesse annuo di riferimento, calcoli anche il costo della dilazione in valuta.
Vieni valutato anche tu in base ai giorni di dilazione dei clienti? Pensi che i giorni di ritardo con cui ti pagano i clienti siano una possibile causa di problemi finanziari per la tua azienda? Saresti capace di applicare interessi moratori ai clienti che pagano in ritardo?
Valutazione dell’affidabilità dei clienti per la nuova stagione
17/06/2024
Dopo aver assegnato un rating ai propri clienti si ha una visione del rischio di credito e, per ciascuna area di pericolosità del cliente, si effettuano delle valutazioni.
Che cosa si fa? In base alla rischiosità del cliente:
- Si decide se accettare la proposta d’ordine del cliente.
- Si valuta la condizione di pagamento per capire se sia adeguata al rischio di credito.
- Si stabilisce se confermare o ritardare la data di spedizione della merce per verificare il pagamento delle rate precedenti.
- Si verifica la presenza di eventuali garanzie, come ad esempio Garanzie Personali, Fidejussioni Bancarie e Coperture Assicurative.
- Si valuta se, in ogni caso, il cliente sia commercialmente strategico per l’azienda.
Ma il Credito deve comunicare al Commerciale la presenza di una eventuale copertura assicurativa?
In realtà alcuni ritengono che la presenza di una garanzia assicurativa possa dare al Commerciale un alibi per vendere anche se il cliente fosse a rischio di credito. Tanto, mal che vada diranno che c’è l’indennizzo e comunque avranno fatto il budget di vendite. Poi nessuno si interesserà più se eventuali perdite su credito comporteranno una rata di premio un po' più elevata o un incasso decurtato della franchigia. Sono danni collaterali in nome del Fatturato.
Altri pensano che invece proprio la presenza di una copertura assicurativa possa dare al Commerciale un indirizzo verso un fatturato più sano e possa consentire di sviluppare volumi più elevati con clienti a minor rischio di insolvenza. Se ciò non dovesse accadere, si avrà l’opportunità di rivedere le politiche commerciali ma anche quelle produttive e di comunicazione. Cioè, la copertura assicurativa funzionerebbe come una rete di sicurezza e, al tempo stesso, come una cartina tornasole per valutare approfonditamente lo stato di salute complessivo dell’azienda.
Non mancano mai quelli che sostengono che l’assicurazione del credito copra soltanto i clienti che sono già notoriamente buoni quando, in realtà l’imprenditore vorrebbe la copertura sui clienti (notoriamente) a rischio. Cioè, vorrebbe fare il business con i clienti buoni anche senza copertura e vorrebbe “vincere facile” sviluppando il fatturato, coperto da assicurazione, anche con i clienti dove l’insolvenza si nasconde appena dietro l’angolo.
Questa logica, seppure sia frequente, non è sana (anche se praticabile con delle coperture excess of loss). Portare il proprio fatturato su un portafoglio clienti coperto, almeno per una buona parte, da assicurazione vuol dire avere un flusso di cassa certo e con una garanzia di indennizzo in caso di insolvenza che, anche in considerazione della riforma della Crisi d’Impresa, può garantire il rispetto dell’adeguato assetto organizzativo, contabile e amministrativo. Cioè, il rischio di insolvenza non riguarda i clienti pericolosi dato che in quel caso siamo a conoscenza della oggettiva difficoltà a cui andiamo incontro. Riguarda invece i clienti storici, quelli che conosciamo bene e di cui storicamente e contabilmente ci fidiamo. Quelli che, se dovessero essere insolventi, diremmo che non ce lo saremmo mai aspettati e, sicuramente, ci darebbero una grossa mazzata finanziaria. A questo serve la copertura assicurativa e lo dimostra il fatto che una volta acquisita, sono pochissime le aziende che fanno marcia indietro.
Quindi dal mio punto di vista, l’informazione sulla presenza e sull’entità della copertura assicurativa deve essere condivisa tra Credito e Commerciale. Ovviamente ognuno deve continuare a fare il lavoro che sa fare, cioè il credito va gestito e il cliente va servito perché l’obiettivo non è incassare l’indennizzo ma sviluppare la crescita finanziaria ed economica dell’azienda.
Inoltre, l’assicurazione del credito ha strumenti diagnostici delle aziende e del mercato che possono essere utilizzati per un’autovalutazione, per una valutazione oltre che di clienti anche di fornitori strategici e per dare agli stakeholder esterni una valutazione oggettiva della bontà della propria impresa.
È sottinteso che lo strumento della copertura assicurativa, sebbene funzionale, non è in grado di esprimere la propria capacità di valutazione predittiva se non viene inserito in un Sistema di Gestione del Rischio di Credito. Mi riferisco precisamente alla parola Sistema che vorrei spiegare con il significato etimologico. Il Sistema è un aggregato di parti, di cui ciascuna può esistere isolatamente, ma che dipendono le une dalle altre secondo leggi e regole fisse e tendono ad un medesimo fine. Il Credito non si gestisce con la copertura assicurativa, con il rating, con la credit policy, con il dialogo tra il Credito e il Commerciale, con il coinvolgimento delle altre funzioni interessate alla generazione di liquidità aziendale ma con tutte queste cose messe a Sistema.
E tu che ne pensi? Hai un Sistema di Gestione del Rischio di Credito? Hai degli strumenti efficienti per mettere al sicuro la liquidità della tua azienda? Quali sono i tuoi mezzi di prevenzione del rischio di insolvenza o di ritardato pagamento dei tuoi clienti?
Se il cliente è a rischio non spedisco? La valutazione del rischio di credito nel settore Moda
10/06/2024
La merce è ferma, bloccata in magazzino eppure bisogna spedire sennò la stagione va troppo avanti e i prodotti non escono più dal negozio. Situazione complicata dal fatto che il cliente non è affidato. Cioè, non ha una copertura assicurativa né un fido interno aziendale e per il credit manager è difficile prendere una decisione. Certo, la cosa migliore sarebbe perdere il cliente, non spedire la merce ed evitare il rischio di credito.
Ma esistono soluzioni intermedie? Cosa è possibile fare per non mettere il credito a rischio di perdita e non perdere il fatturato?
Molto dipende dalla politica del credito dell’azienda, cioè, deve essere chiaro se l'azienda voglia dare precedenza a obiettivi di crescita commerciale, cautelandosi dai rischi finanziari con preventivi stanziamenti di fondi rischi oppure voglia prediligere la strada della prudenza amministrativa dove è preferibile fare un fatturato inferiore ma senza o con pochissimo rischio di credito.
In ogni caso la decisione non può gravare unicamente sulle spalle del solo credit manager. In questo senso ci può aiutare solo un Sistema di Gestione del Rischio di Credito. Cioè, devono essere individuati tutti gli stakeholder che hanno impatto sul credito e per il loro livello di importo e competenza, devono essere coinvolti.
Sicuramente il Commerciale deve essere il primo interlocutore. Si sa, i commerciali veri venderebbero anche la madre pur di raggiungere il budget. Ma se l'obiettivo fosse più ampio, cioè se la vendita finisse con l'incasso, allora, i commerciali potrebbero essere molto importanti per arrivare a una decisione più aziendale e meno di funzione.
Già ma cosa fare con il nostro cliente? Se si decide di correre il rischio di credito spedendo la merce bisogna intervenire sulle condizioni di pagamento affinché possano mitigare questo rischio.
Le soluzioni possono essere le richieste di un bonifico anticipato o un mix tra parziale bonifico anticipato e parziale rilascio anticipato di titoli in modo che una parte di rischio venga coperta subito e la parte residua sia supportata da titoli di credito utilizzabili per l'incasso dilazionato. Queste condizioni sono prudenziali e il cliente potrebbe non essere così felice di accettarle. Chi lo può convincere? Il commerciale o l’agente di vendita, d’altronde, sono loro che hanno contattato per primi il cliente e che lo conoscono meglio. Conoscono il punto vendita, il calpestio, cioè la frequentazione di acquirenti che entrano in negozio. Conoscono anche la propensione commerciale del rivenditore, cioè quanto ha investito ed investe nella comunicazione. Poi magari sanno anche se esistono delle garanzie finanziarie da poter utilizzare a sostegno del credito da concedere al cliente.
Ma anche il credit manager può intervenire direttamente parlando con il cliente. I problemi finanziari sono un argomento che può essere affrontato con competenza da entrambi e una buona capacità negoziale del credit manager può portare il cliente a valutare l'opportunità di continuare il rapporto commerciale conferendo un adeguato sostegno finanziario o aderendo alle condizioni di pagamento proposte.
Fermo restando che il credit manager dovrà avere una conoscenza approfondita di tutta la situazione finanziaria del cliente, dovrà conoscere il suo bilancio, verificare la sua capacità finanziaria di sostenere il debito e dovrà ipotizzare delle soluzioni alternative.
L'utilizzo dei KPI più opportuni dipende anche dalla struttura del cliente che può essere una società di capitali (una spa o una srl di solito), una società di persone o una ditta individuale. In base alle varie situazioni si prospettano ipotesi diverse di cautela. I diversi aspetti giuridici determinano differenti livelli di responsabilità e garanzie che possono essere concessi dal cliente ma anche varie opportunità di crescita che il cliente può presentare.
E tu che ne pensi? Come si dovrebbe comportare il credit manager di fronte ad un potenziale rischio di credito?
Rischio di Credito Commerciale e Nuovo Codice della Crisi d'Impresa: Come la Moda si Adatta ai Cambiamenti
03/06/2024
Il mondo della moda non è solo fatto di passerelle scintillanti e collezioni mozzafiato. Dietro ogni capo c’è una complessa rete di transazioni finanziarie che, se non gestita correttamente, può mettere a rischio anche le aziende più rinomate. Uno degli strumenti finanziari più utilizzati è il credito commerciale, ma con l'introduzione del Nuovo Codice della Crisi d'Impresa, la gestione di questo strumento ha subito significativi cambiamenti. Ecco come la moda sta affrontando questa sfida.
Nel settore della moda, il credito commerciale è essenziale. Consente ai negozi di acquistare merce dalle case di moda senza dover pagare immediatamente, permettendo loro di mantenere una gamma di prodotti sempre aggiornata. Questo meccanismo, però, comporta rischi notevoli. Se un rivenditore non paga, la casa di moda può trovarsi in difficoltà finanziarie.
Fino a poco tempo fa, molte aziende gestivano questo rischio basandosi sulla fiducia e sull'esperienza. Tuttavia, l'entrata in vigore del Nuovo Codice della Crisi d'Impresa ha cambiato le regole del gioco.
Il Nuovo Codice della Crisi d'Impresa e dell'Insolvenza, introdotto in Italia, mira a prevenire le crisi aziendali e a favorire la continuità delle imprese. Questo codice richiede alle aziende di adottare strumenti di allerta per identificare e affrontare precocemente i segnali di crisi. Ma cosa significa questo per la moda?
Uno degli aspetti più rilevanti del nuovo codice è la maggiore responsabilità delle aziende nel monitorare la propria solvibilità e quella dei propri clienti. Le imprese devono implementare sistemi di controllo per rilevare tempestivamente situazioni di difficoltà finanziaria.
Per le case di moda, questo significa dover rivedere le proprie pratiche di concessione del credito commerciale. Ecco alcune delle principali implicazioni:
- Valutazione Continua dei Clienti: Non basta più valutare la solvibilità dei clienti solo al momento dell’apertura del rapporto commerciale. Le aziende devono monitorare costantemente la salute finanziaria dei loro clienti per prevenire insolvenze.
- Strumenti di Allerta Precoce: Le case di moda devono dotarsi di strumenti di allerta precoce che possano identificare segnali di crisi. Questo può includere software di gestione finanziaria che analizzano dati e previsioni economiche.
- Piani di Contingenza: È fondamentale avere piani di contingenza per affrontare eventuali insolvenze. Questo include la predisposizione di riserve finanziarie o l’assicurazione del credito commerciale.
- Formazione del Personale: Il personale finanziario deve essere adeguatamente formato sulle nuove normative e sui metodi per gestire e monitorare il rischio di credito.
L'adozione del Nuovo Codice della Crisi d'Impresa rappresenta una sfida, ma anche un'opportunità per il settore della moda di diventare più resiliente e preparato. Le aziende che sapranno adattarsi non solo eviteranno situazioni di crisi, ma potranno anche rafforzare la propria posizione competitiva.
Un consiglio che mi sento di dare è quello di integrare il proprio sistema di gestione del rischio finanziario. Il sistema non solo dovrà monitorare la solvibilità dei clienti, ma anche fornire report dettagliati per prevenire eventuali crisi. In sintesi, l’obiettivo è quello di monitorare la solvibilità dei clienti e analizzare i KPI per effettuare un’analisi preventiva. Grazie a questo approccio proattivo, le aziende potranno migliorare significativamente la propria gestione del credito commerciale, riducendo le insolvenze e migliorando il flusso di cassa.
La moda sta vivendo una trasformazione non solo creativa, ma anche gestionale. Adattarsi al Nuovo Codice della Crisi d'Impresa significa abbracciare una cultura della prevenzione e della responsabilità. Le aziende che sapranno implementare questi cambiamenti vedranno non solo una maggiore stabilità finanziaria, ma anche un rafforzamento della fiducia da parte di clienti e partner commerciali.
Come identificare ed integrare il rischio ESG nella valutazione del rischio di credito
06/03/2023
Tempo medio di lettura 5’ 20”
Quando parliamo di rischio di credito, ci riferiamo al rischio di insolvenza, cioè il debitore non può più pagare e per il creditore si materializza una perdita, e al rischio di illiquidità, cioè il debitore è ancora in grado di adempiere ma non riesce a farlo rispettando i termini.
Per prevenire questi due rischi occorre effettuare una serie di valutazioni. Le valutazioni sono molteplici e riguardano il contesto in cui viene concesso il credito, cioè il settore, la tipologia di cliente, di fornitura merceologica, la zona geografica, il mercato, le prassi e le condizioni di pagamento abitualmente utilizzate in transazioni commerciali analoghe.
Tutte queste valutazioni e quante altre fossero ancora necessarie, devono condurre alla realizzazione di un rating, cioè di un punteggio in merito al rischio di credito, per ciascun cliente. Bisogna cioè arrivare a creare una segmentazione, il più possibile omogenea, del portafoglio clienti per rischio di credito.
Il risultato di queste valutazioni ci permette di identificare con buona approssimazione la probabilità che il rischio di credito si trasformi in una concreta minaccia di perdere il credito o di vedere non rispettati i termini di pagamento.
Nei casi di più alta probabilità di perdita del credito (o di ritardato pagamento) uno dei possibili modi di proseguire il rapporto commerciale con i clienti è chiedere loro una garanzia.
Immagina che questa garanzia sia rappresentata da un immobile, ad esempio un capannone industriale o un bene di natura residenziale. Se questo immobile dato in garanzia fosse dotato di una certificazione energetica elevata ecco che saresti anche in grado di prevedere che il valore di quell’immobile non si ridurrà nel tempo e manterrà la sua capacità di proteggere il tuo credito. In questo modo potresti integrare il tuo rating inserendo la variabile della certificazione energetica, cioè un fattore ESG, identificata in base alla sua funzione di rendere stabile il valore degli immobili dati in garanzia.
Ma questo è solo un modo ed un aspetto della identificazione e della valutazione dei fattori ESG al fine di integrarli nella valutazione del rischio di credito.
A proposito, se vuoi saperne di più puoi leggere i miei prossimi articoli e seguirmi sul mio profilo Linkedin https://www.linkedin.com/in/paolodandreacreditriskmanager/ , sui miei canali YouTube https://www.youtube.com/channel/UCYMo2kbIWvof_NRKFdHr3Og , Twitter https://twitter.com/oudeis68 e Istagram https://www.instagram.com/sda.studiodandrea/?hl=it . Se invece vuoi una consulenza, visita il mio sito web https://www.studio-dandrea.it/ e mandami una richiesta di contatto con la tua esigenza specifica
Paolo D'Andrea
Comprendere l'impatto delle normative ESG sulla valutazione del rischio di credito commerciale
Tempo di lettura: 10' 26"
29/01/2023
La valutazione del rischio di credito commerciale è un processo che determina la capacità di un'impresa di onorare i propri impegni finanziari. Tradizionalmente, la valutazione del rischio di credito commerciale si concentrava su fattori come la stabilità finanziaria, la qualità del management e le prospettive del settore. Tuttavia, con l'aumento della consapevolezza dei rischi ambientali e sociali, la valutazione del rischio di credito commerciale è stata ampliata per includere anche i fattori ESG.
Le normative ESG aiutano a valutare la sostenibilità delle imprese e la loro esposizione ai rischi finanziari. Ad esempio, le imprese che adottano pratiche sostenibili e che aderiscono alle norme ESG possono essere meno esposte ai rischi finanziari e avere una maggiore stabilità finanziaria a lungo termine.
Pertanto, la valutazione del rischio di credito commerciale che tiene conto delle normative ESG può aiutare gli investitori (banche/aziende che concedono credito commerciale/ecc.) a identificare le imprese più sostenibili e più resilienti, e a prendere decisioni di investimento informate. Inoltre, la valutazione del rischio di credito commerciale che tiene conto delle normative ESG può anche aiutare le imprese a migliorare la loro sostenibilità e a ridurre i rischi finanziari a lungo termine.
In sostanza, le normative ESG stanno influenzando la valutazione del rischio di credito commerciale e stanno diventando sempre più importanti per gli investitori e le imprese. È importante che le imprese adottino pratiche sostenibili e che aderiscano alle normative ESG per garantire una maggiore stabilità finanziaria a lungo termine.
Ma vediamo adesso alcune delle normative più significative.
Il Green Deal europeo e il rischio credito commerciale sono legati in quanto entrambi hanno l'obiettivo di promuovere un'economia più sostenibile e resiliente. Il Green Deal europeo è un piano ambizioso per rendere l'Unione Europea carbon neutral entro il 2050 e promuovere un'economia sostenibile attraverso l'adozione di tecnologie pulite, la riduzione delle emissioni di gas serra e la protezione dell'ambiente.
In questo contesto, il rischio credito commerciale può essere influenzato dalla transizione verso un'economia più sostenibile. Ad esempio, le imprese che adottano pratiche sostenibili e che aderiscono alle norme ESG (Environmental, Social, and Governance) possono essere meno esposte ai rischi finanziari e avere una maggiore stabilità finanziaria a lungo termine.
Pertanto, la relazione tra il Green Deal europeo e il rischio credito commerciale è stretta e implica che la transizione verso un'economia più sostenibile può avere un impatto significativo sulla stabilità finanziaria delle imprese e sul rischio credito commerciale. Gli investitori devono essere consapevoli di questa relazione e di come la transizione verso un'economia più sostenibile possa influire sui loro investimenti.
L’azienda che si approccia ai modelli ESG deve passare da un sistema che:
“consuma materia, energia, tempo e competenze” ad un sistema che invece “gestisce una relazione responsabile con la materia, l’energia, il tempo e le competenze” .
Ed ecco che appare di nuovo la parola chiave “sistema”. Troppo spesso l’azienda, soprattutto la PMI, si identifica con l’imprenditore o con la famiglia dell’imprenditore che, di fatto, costituisce il management dell’impresa. Nel contesto famigliare, salvo poche eccezioni, le imprese sono meno propense al cambiamento responsabile in mancanza di norme cogenti.
Un sistema invece è portato a funzionare con l’utilizzo di regole che, se ben congegnate, possono individuare i rischi di credito e di sostenibilità del merito creditizio e mitigarne gli effetti.
L’identificazione dei rischi ESG ha per oggetto:
• i rischi legati al climate change, alle emissioni dei cosiddetti gas serra, all’immissione nell’atmosfera di sostanze inquinanti, alla produzione in eccesso e alla crescente riduzione dei polmoni verdi del pianeta (componente “E”);
• gli aspetti sociali, quali le politiche di rispetto del genere, dei diritti umani, degli standards lavorativi e sindacali (componente “S”);
• la governance, ovvero le pratiche di governo societario (comprese le politiche di retribuzione dei manager), la composizione dei CDA (compresa la presenza di amministratori indipendenti e le politiche di diversità), le procedure di controllo, i comportamenti dei vertici aziendali (componente “G”).
La sostenibilità del merito creditizio produce effetti che rappresentano le declinazioni finanziarie dei rischi ambientali, sono cioè effetti “financially material”, con un impatto sulle performance economico-finanziarie dell’azienda, sulla sua competitività, sulla capacità dell’azienda di creare valore nel lungo periodo e, cosa di non poco conto, sulla business continuity.
Vediamo alcuni rischi nei seguenti ambiti:
- ambiente (climate change, mancato rispetto della normativa ambientale, abbandono o scarico dei rifiuti e sostanze pericolose, abuso delle risorse idriche, spreco dell’energia, ecc.);
- sociale (protezione dai cyber attacchi, gestione qualità e sicurezza dell’output produttivo, rapporti con i clienti e gestione dei claim, rischi connessi alla presenza sul web, ecc.);
- personale (welfare e sicurezza dei lavoratori, frequente avvicendamento delle risorse in posizione chiave, ecc.);
- corruzione;
- riciclaggio;
- violazione dei diritti e discriminazione di genere, di razza, ecc.;
- gestione superficiale della supply chain;
- mancato rispetto della normativa fiscale, libera concorrenza, sulla privacy, ecc.
In conclusione, i rischi della sostenibilità creditizia generati da un mancato rispetto delle norme ESG sono molteplici e di notevole impatto sull’equilibrio economico finanziario delle aziende.
Se vuoi saperne di più visita il mio sito www.studio-dandrea.it
Paolo D'Andrea
"Gestire il credito commerciale in un'ottica di sostenibilità ESG: strategie e benefici"
Tempo di lettura: 8'42"
23 gennaio 2023
Che ci piaccia o no la sostenibilità ESG sta influenzando la Gestione del Rischio di Credito. Le aziende che operano su mercati dove è prassi commerciale concedere credito ai propri clienti, si trovano a dover valutare oltre al rischio di illiquidità (cioè il cliente non può pagare) e di ritardato pagamento (cioè il cliente paga ma in ritardo rispetto alla scadenza concordata) anche il rischio legato alla sostenibilità ESG (Environmental, Social, Governance).
E qui nasce la prima difficoltà, cioè stabilire cos’è il rischio di sostenibilità ESG e come questo rischio si colleghi al rischio di concessione di credito.
La sostenibilità ESG si riferisce all'integrazione dei fattori ambientali, sociali e di governance nella gestione del credito commerciale. Ciò significa che le aziende devono prendere in considerazione non solo la solvibilità finanziaria dei loro clienti, ma anche come questi ultimi gestiscono le questioni ambientali, sociali e di governance.
Per esempio, un'azienda che concede credito ad un'altra azienda che ha una cattiva gestione dell'ambiente potrebbe essere esposta a rischi finanziari a medio/lungo termine, poiché i costi ambientali potrebbero aumentare e le normative potrebbero diventare più severe. Allo stesso modo, un'azienda che concede credito ad un'altra azienda che tratta male i propri dipendenti o che non adotta pratiche di governance solide potrebbe essere esposta a rischi reputazionali e di relazioni con i clienti.
Cioè i fattori ESG non rimangono confinati nel perimetro del loro significato ma possono contaminare anche l’ambito della performance finanziaria dell’azienda sia nel bene che nel male.
Ma allora come valutare il rischio di credito e il rischio di sostenibilità del merito creditizio? La risposta giusta è costruire un rating che tenga conto delle informazioni di impatto ambientale, sociale e di governance oltre che di solvibilità finanziaria del cliente a cui viene concesso credito.
Costruire un rating per la valutazione del rischio di credito e della sostenibilità ESG richiede una serie di passaggi.
Prima di iniziare a costruire il rating, è importante definire gli obiettivi del rating stesso. La domanda che ci dobbiamo porre è: quali informazioni si vogliono ottenere dal rating e quali sono i principali fattori di rischio che si vogliono valutare?
Una volta definiti gli obiettivi, è importante selezionare le fonti di dati che verranno utilizzate per costruire il rating. Le fonti di dati possono essere interne all'azienda (ad esempio, i dati finanziari) o esterne (ad esempio, i dati sulla sostenibilità ESG forniti da agenzie di rating specializzate).
Poi è importante definire i criteri di valutazione che verranno utilizzati per costruire il rating. I criteri di valutazione devono essere specifici, misurabili e oggettivi.
Passiamo così a costruire il rating vero e proprio tenendo conto dei criteri di valutazione definiti e utilizzando una scala numerica o una scala a gradini (ad esempio, AAA, AA, A, BBB, ecc.).
Quando il rating è stato strutturato è importante validarlo per assicurarsi che sia preciso e affidabile. Ciò può essere fatto utilizzando una serie di tecniche statistiche come la regressione o il test di sensitivity analysis.
Dopo la validazione del rating, la fase successiva consiste nel monitorare e aggiornare il rating periodicamente per tenere conto delle eventuali variazioni nei fattori di rischio.
In sintesi, costruire un rating per la valutazione del rischio di credito e della sostenibilità ESG richiede la definizione degli obiettivi, la selezione delle fonti di dati, la definizione dei criteri di valutazione, la costruzione del rating, la validazione e il monitoraggio continuo.
Ci sono sempre più aziende che stanno incorporando la sostenibilità ESG nella loro gestione del credito commerciale.
I benefici che si ottengono nel rispettare anche la sostenibilità ESG si concretizzano nell’opportunità di ottenere minori tassi di interessi sui finanziamenti ricevuti dalle banche, tariffe più basse dalle compagnie di assicurazione o, ancora, nella capacità di generare rendimenti maggiori per gli investitori.
Sulla gestione del rischio di credito connessa alla valutazione della sostenibilità del merito creditizio, un supporto fondamentale viene fornito dal Sistema di Gestione del Rischio di Credito CRMS FP 07:2015. La chiave di lettura di questo Schema consiste proprio nel concetto di Sistema.
A proposito, se vuoi saperne di più visita il mio sito www.studio-dandrea.it
Paolo D'Andrea
GESTISCO IL CREDITO COMMERCIALE DA 20 ANNI E COMPRENDO QUANTO SIA RISCHIOSO FARLO NELL’ERA DEL COVID
Durata 10m
Siamo a fine luglio e oggi un cliente mi ha chiamato per chiedermi una dilazione. È un commerciante che si rifornisce dalla nostra azienda da diversi anni. Ha bisogno che gli venga spostata di una settimana la rata programmata per il pagamento della fornitura. Il motivo è che si sta vendendo molto in questo periodo estivo ma “a saldo”, cioè con bassi margini di profitto e la disponibilità finanziaria per far fronte alle scadenze di pagamento dei propri debiti, è scarsa.
Non è la prima volta che mi chiede uno spostamento e ho il dubbio che ci sia qualche problema in più oltre alla difficoltà finanziaria del momento, ho il dubbio che dietro la sua richiesta ci possa essere il rischio di una possibile situazione di insolvenza. Cioè che il cliente non abbia la capacità finanziaria di far fronte ai suoi debiti a breve termine.
Se ha bisogno di liquidità, gli dico, forse è meglio che vada in banca. La nostra è un’azienda di produzione non un istituto di credito. Mi dispiace ma non posso accontentarlo perché anche noi abbiamo degli impegni finanziari da rispettare. Con in nostri stessi fornitori e verso quell’equilibrio finanziario ed economico che dobbiamo costantemente mantenere. Ma il cliente insiste, ha bisogno adesso. In banca non gli verrebbe erogato un finanziamento in tempo per pagare le scadenze di fine mese e ammette, è già troppo esposto da quel lato. In fondo il suo problema si può risolvere con una dilazione di soli sette giorni. Ha bisogno di una settimana di vendite per raggiungere la cifra che gli serve e pagare la rata in scadenza.
Gli chiedo di rivolgersi, per questa volta, ad altri fornitori. La nostra azienda lo ha già aiutato in passato mostrandosi elastica e disponibile. Il cliente insiste, mi dice che gli altri fornitori lo stanno già aiutando ma le sue vendite non gli consentono di far fronte al pagamento della rata che ha in scadenza con noi. Mi ripete che è una situazione contingente, non ha bisogno di altro che di una settimana.
Mentre stiamo al telefono, controllo la situazione contabile del cliente. In passato ha avuto qualche difficoltà di pagamento ma poi ha sempre saldato tutti i suoi debiti. Non c’è una copertura assicurativa per il suo nominativo ma abbiamo dei titoli di credito pari all’importo della fornitura che rendono il nostro credito certo, liquido ed esigibile. Do un’occhiata anche alle informazioni commerciali e vedo che non sono particolarmente negative. Concedergli la dilazione che mi richiede è un rischio perché se non dovesse pagare la rata me ne accorgerei con una settimana di ritardo che si andrebbe ad aggiungere ai tempi di reazione dilatati dal periodo di ferie e assenze dagli uffici per l’approssimarsi di ferragosto.
Gli chiedo, come gesto di buona volontà, di pagarmi almeno una parte della rata alla scadenza e per la parte rimanente gli andrei a concedere la dilazione richiesta.
La tensione sale, mi risponde che non ha voglia di scherzare, la sua richiesta è difficile ed è motivata da una reale diminuzione degli incassi in numero e per volume. I saldi non fanno altro che rendere le vendite un giro di soldi in entrata e subito in uscita per pagare i fornitori e le tasse. In tasca rimane poco.
Devo decidere. Se dico di no, la rata andrà probabilmente insoluta, si andrà a ripercuotere anche sulle rate future che il cliente non riuscirà a pagare agevolmente insieme a quella impagata. La sua situazione finanziaria si potrebbe compromettere o, quanto meno, complicare seriamente così come potrebbe compromettersi la prosecuzione del nostro rapporto commerciale. La mia azienda produce per vendere e vende per incassare, chi non può pagare non può essere un cliente. Ma se un cliente ha una storicità contabile e commerciale positiva, se è un esperto del suo settore e ha le giuste competenze può essere veramente una difficoltà solo momentanea. I vari lockdown hanno fatto una strage di attività commerciali peggio del covid. Quelli che sono rimasti in piedi hanno dato fondo alle loro riserve e navigano a vista. Molti non ce la faranno e si porteranno dietro nella loro caduta (o danneggeranno pesantemente) i loro creditori. Se dico di sì porto all’interno della mia azienda il rischio di insolvenza del cliente. Se non dovesse pagare neanche dopo la dilazione concessa avrei esposto la mia azienda sia al ritardato pagamento della rata che al mancato pagamento della stessa. Cerco ancora di scovare nei numeri una risposta, un’indicazione, un suggerimento ma sono tutti dati consuntivi ormai vecchi e poco significativi mentre quelli prospettici si basano su proiezioni che al meglio sono “incerte”. Conosco la zona dove opera il cliente, so che ha una reputazione, so chi sono gli altri fornitori presenti con i loro prodotti nel suo punto vendita, il commerciale della mia azienda vuole mantenere il rapporto con questo cliente e la rete vendita esterna non mi ha segnalato problematiche finanziarie più preoccupanti del normale.
Tempo addietro la risposta sarebbe stata un “mi dispiace ma siamo troppo a ridosso della scadenza della rata e non possiamo posticiparla. Le chiedo di rispettare il pagamento di questo mese e vedrò cosa riuscirò a fare per venirle incontro sulla prossima rata in scadenza”. Risposta cautelativa che giusta o sbagliata sarebbe stata comunque una risposta, basata su un atteggiamento prudenziale nel rispetto della logica amministrativa più stretta. Se il cliente non avesse pagato, si sarebbe rivelato per quello che era, cioè una minaccia più che una opportunità. Avremmo avuto qualche discussione interna con l’area commerciale dell’azienda ma di fronte ad un insoluto chi non paga ha sempre torto.
Eppure, ho deciso di concedere la dilazione richiesta dal debitore e nel caso specifico sono stato fortunato dato che effettivamente dopo una settimana il cliente ha pagato la rata della fornitura, ha potuto mantenere la programmazione dei pagamenti concordata e ha continuato ad effettuare ordini di acquisto con la mia azienda, portando avanti un rapporto commerciale proficuo e consolidato. Se non avessi preso questa decisione avrei commesso quello che in statistica viene chiamato un errore di II specie.
L’errore di II specie (il falso-negativo) sarebbe stato quello di perdere un cliente buono, in una situazione di difficoltà momentanea e non di insolvenza. Quindi ci sarebbe stata una riduzione di fatturato a fronte di un rischio di piccole dimensioni.
Per indole sono spinto ad uscire dalla mia zona di comfort ma non mi posso affidare alla buona sorte quando affronto un rischio. Il motivo per cui ho scritto di questa mia esperienza è che i rischi si possono evitare, trasferire o gestire.
Per la mia professione ho dovuto imparare a gestire i rischi e nel caso specifico parlo della gestione del rischio di concedere credito commerciale.
Non è facile gestire un rischio quando si presenta all’improvviso come una telefonata di un cliente che chiede una dilazione. Per poter decidere rapidamente occorre essere preparati, informati, aggiornati, consapevoli dell’impatto che le conseguenze della decisione che si prenderà potranno avere sull’equilibrio finanziario ed economico dell’azienda. Ma tutto ciò potrebbe non bastare. Le migliori pratiche (Best Practice) potrebbero non essere sufficienti come quando si dice che “l’operazione è perfettamente riuscita ma il paziente è morto”. Questo accade perché le Best Practice sulla gestione del credito si focalizzano sul momento più operativo come la gestione del ritardo di pagamento (mora) o del mancato pagamento (insolvenza).
Nella mia esperienza ho avuto modo di verificare che la mora grave nei pagamenti o un’insolvenza severa hanno radici profonde e il loro manifestarsi non è quasi mai casuale. Per questo, il modo migliore per gestire il rischio nella concessione di credito ai clienti è anticipare gli eventi, in una parola: prevenzione.
La prevenzione o la gestione anticipata del rischio di credito è possibile quando si parla di “sistema”. Molto spesso sentiamo la frase “mettere a sistema” o la parola “sistematizzare”. In questo caso, quella che viene messa a sistema è la gestione del rischio di credito. Tutte le attività connesse al sistema sono riconducibili all’analisi preventiva dei clienti, alla generazione di una scorecard, all’attribuzione di un rating di rischio, all’analisi delle anomalie nello storico dei pagamenti e così via. Da senior credit manager ho avuto modo di sperimentare tutte queste azioni per cercare di prevenire il rischio di ritardato pagamento o di insolvenza ma passare al sistema è stata una innovazione molto importante nell’evoluzione della mia professionalità. La messa a sistema dei dati che sono relazionati direttamente o indirettamente con il credito mi ha permesso di decidere rapidamente e correttamente sulla risposta da dare al cliente che mi aveva telefonato per chiedermi una dilazione ma soprattutto, mi ha permesso di sviluppare il fatturato dell’azienda gestendo un rischio preventivamente calcolato.
Il sistema che adotto non è artigianale ma proviene dalla più ampia famiglia della gestione della qualità e cioè dalla ISO 9001:2015 e più precisamente si concretizza nello Schema CRMS FP 07:2015. Questo Schema consente di essere certificati da Parte Terza sia come Credit Risk Manager con l’iscrizione in uno specifico albo tenuto da Accredia (partecipata al 100% dal MISE) sia come Sistema di Gestione.
I riferimenti che ho dato servono per far comprendere che oggi più che mai non ci si può improvvisare e che dalla gestione del credito può dipendere l’equilibrio finanziario di un’azienda. Ecco perché è importante avere le necessarie competenze, cioè sia per fare bene che per non fare danni.
ECOMM2019 - Metodi di pagamento alternativi
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FIDENZA(PR) - DATA IS NEW OIL
01/03/2019 - FIDENZA BUSINESS CENTER
Perchè questo titolo "DATA IS NEW OIL", perchè la diffusione e la disponibilità dei dati oggi è molto maggiore di solo pochi anni fa. I dati oggi rappresenteano il nuovo petrolio ma come il petrolio greggio servono a poco se non vengono raffinati cioè analizzati. Le analisi sono molteplici e devono essere gestite per poter avere dei dati (raffinati) utili a prendere delle decisioni strategiche al livello aziendale. La gestione del credito oggi non è più fattibile in base a delle pratiche o prassi per quanto possano essere buone se non addirittura ottime. Occorre dotarsi dello strumento scientificamente più valido ed efficace che consenta all'intera azienda di comprendere le cause e le conseguenze delle decisioni che riguardano il Rischio di Credito (banalmente è il rischio di non essere pagati o di essere pagati in ritardo) per massimizzare il fatturato riducendo le perdite. Questo strumento oggi esiste, è nato nel 2015 e si chiama SCHEMA CRMS FP 07:2015. E' uno Schema che poggia le sua fondamenta sulla ISO 9001:2015 e che è stato approvato da ACCREDIA (partecipata al 100% dal Ministero dello Sviluppo Economico - MISE). La sua potente efficacia sta nella capacità che ha di generare ed implementare un SISTEMA di gestione del credito perfettamente integrabile, dove già presenti, con i Sistemi di gestione della Qualità (con notevoli risparmi di costi e di operatività). I costi di implementazione sono inoltre abbattibili facendo ricorso all'utilizzo dei fondi interprofessionali a cui le aziende devono aderire necessariemente. Ma molto più rilevante del costo di questo SCHEMA è il suo VALORE.
Altro dato importante è quello dei DSO (Days of Sales Outstanding) dove la ultra decennale esperienza di Dino Solari può fornire la chiarezza utile a comprendere il significato di questo controverso strumento di analisi dei pagamenti dei propri clienti. Ed infine Lorenzo Guaia - Business Development Manager di CRIBIS - fornisce un'arma molto efficace per creare liquidità all'interno delle aziende, la possibilità di trasformare immediatamente le proprie fatture in denaro liquido con un nuovo mezzo che si chiama CRIBISCASH. Il tutto in un momento in cui le banche hanno sempre una minore capacità di erogazione di credito dovuto alle nuove normative (Basilea 4) e alle nuove direttive della BCE (obbligo di azzerare tutti gli NPL delle banche nei prossimi 7 anni in base alla fondamentale attività di vigilanza, denominata “processo di revisione e valutazione prudenziale” - supervisory review and evaluation process, SREP - che sarà indirizzata agli istituti bancari a fine marzo). Quindi l'importanza di gestire il Rischio di Credito con un Sistema di Gestione efficace ed efficiente, misurare le performance con un KPI (Key Performance Indicator) di cui si riesca a comprendere il vero significato (DSO - Days of Sales Outstanding) ed infine la possibilità di trasformare il proprio fatturato in immediata liquidità invece che aspettare le dilazioni concesse ai clienti, sono i temi sviluppati in questo seminario. Temi sostanziali per la sopravvivenza e per la crescita e lo sviluppo delle aziende del nostro Paese. L'interesse suscitato è stato notevole ed è già stata prevista una nuova edizione a maggio 2019.
Per tutti coloro che non avessero potuto partecipare e fossero interessati all'evento potete fornire i vostri dati cliccando sul bottone qui sotto
L’assicurazione dei crediti:
strumento di protezione e sviluppo del fatturato
delle imprese in Italia e all’estero
Giovedì 21 febbraio 2019 dalle 15 alle 19 al Blue Palace Business Center di Mosciano Sant'Angelo (TE) parteciperò come relatore al seminario "L'assicurazione dei crediti: strumento di protezione e sviluppo del fatturato delle imprese in Italia e all'estero" organizzato da Confindustria Teramo.
Insieme a Coface e Unipol Banca presenteremo un modello per dare una nuova opportunità finanziaria alle Aziende tramite l’innesco di un circuito virtuoso.
La partecipazione al Seminario è libera, ma è gradita conferma di adesione all’indirizzo [email protected] o tramite registrazione su Eventbrite.
La Gestione del Rischio e l'Informazione Predittiva
Il 26 novembre 2018 a Milano nel bellissimo Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci" (www.museoscienza.org) abbiamo visto la Business Intelligence applicata alla Moda. E Fashion Magazine, presente con il suo Direttore Marc Sondermann, ha pubblicato la cronaca dell'importante evento
Che cos'è la Gestione del Rischio di Credito?
Ma soprattutto cosa centra la Gestione del Credito con il concetto di Rischio?